Un omaggio del nostro ciclogiornale agli appassionati di bici d’epoca. I bei tempi in cui una bella bici era ambita più di una Ferrari
In una solare mattina di Novembre 2014, passeggiando per la bella città di Corato abbiamo avuto la sorpresa e la fortuna di imbatterci nella esposizione “Edoardo Bianchi”, si tratta della collezione privata di biciclette d’epoca del signor Emanuele Mansi in via san Benedetto a Corato appunto. Il Signor Mansi in un un piccolo sottoscala di sua proprietà ha allestito questa interessante esposizione dandole il nome “Edoardo Bianchi”. Gravitano intorno alla esposizione di Emanuele, un gruppo di appassionati che si infoltisce.
Il signor Mansi ci ha mostrato tante biciclette storiche e molte di queste datano il periodo tra le 2 guerre. In quei tempi possedere una bicicletta della qualità e degli accessori giusti era un elemento di distinzione sociale.
Persone di rango dovevano contraddistinguersi con biciclette di rango come oggi si ostentano le ferrari e le rolls royce.
Tra queste la abbiamo notato il modello “Imperiale” della Umberto Dei.
Nell’anno in cui i fratelli Lumiére inventavano la cinematografia e Guglielmo Marconi creava il telefono senza fili, un piccolo artigiano con la passione della bicicletta, pignolo all’inverosimile, mai sazio di prove e sperimentazioni, coniava la sua prima serie di biciclette: correva l’anno 1896, il suo nome era Umberto Dei.
Nasceva così una straordinaria collezione di biciclette unanimemente considerata una meraviglia della nascente industria ciclistica mondiale. La qualità e la perfezione erano tali che subito la fama del marchio Dei si diffuse tra ciclisti e corridori di tutto il mondo: tutti chiedevano di poter correre e vincere in sella ad una Dei.
Lo stesso Umberto partecipò da protagonista ai campionati del mondo su pista del 1901 (Berlino). Le biciclette da corsa Dei vincevano ovunque e dominarono la scena per quasi mezzo secolo raccogliendo allori e primati nei più importanti velodromi del mondo.
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