Escursioni naturalistiche su due ruote: l’insetto stecco nel Bosco delle Pianelle
Non solo fragni secolari, lecci maestosi, animali grandi e stupendi come la poiana o lo sparviere, misteriosi e belli come una moltitudine di rapaci notturni. Il Bosco delle Pianelle è un paradiso di biodiversità e in questa cicloesplorazione nel microcosmo tutto comincerà dal lentisco (Pistacia lentiscus) presente ovunque lungo i sentieri attrezzati per pedalare o camminare (oltre 15 km), vicino ai parcheggi, ai margini del bosco.
Questo arbusto sempreverde, resistente a tutto tranne che al gelo persistente, si presenta in forma di cespugli di varia grandezza. Nella stagione calda produce delle piccole drupe che, col tempo, si colorano di un rosso sempre più scuro per poi maturare.
I cicloamici ne hanno già appreso tutte le proprietà e i mille usi pratici e alimentari durante la bellissima passeggiata guidata del 21 giugno scorso.
Tra le foglioline paripennate del lentisco, piccole e accuratissime, è racchiuso il mondo dell’insetto stecco (Bacillus rossius). Nelle pubblicazioni scientifiche, tra gli articoli presenti online, nei forum specialistici, mai il lentisco è citato quale pianta nutrice del meraviglioso insetto, che preferisce piante del genere Rubus, i comuni rovi. Non sono, tra l’altro, reperibili fotografie di Bacillus rossius su lentisco: sono queste le prime pubblicate in rete.
Osservarlo è un’impresa che richiede tempo, pazienza e conoscenza delle piante dove sono presenti aggregazioni con diversi soggetti. Uno sguardo distratto ai cespugli, fortunatamente, non consente l’avvistamento dell’animale a malintenzionati avventori che potrebbero maneggiarlo e ferirlo. Rarissimo osservarlo su cespugli completamente esposti al sole.
L’insetto stecco è delicatissimo e se percepisce una minaccia si lascia cadere restando sul terreno immobile, praticando la tanatosi, ovvero simulando uno stato di morte nella speranza di essere scambiato per un inutile ramo secco. Qualche volta oscilla tenendosi aggrappato per una zampa, come fosse un rametto mosso dal vento. Il mimetismo e la tanatosi sono le sue uniche difese contro i predatori.
Questa creatura non morde, non punge, non emette liquidi maleodoranti, non brandisce le lunghe zampe contro i nemici, non ha respingenti colori accesi, non è velenosa, non può correre se inseguita. In un mondo traboccante di predatori si è evoluta così, totalmente priva di strumenti di offesa e difesa. E fa quello che può per sfuggire a una selva di animali che non perdonano, principalmente uccelli affamati e ragni che catturano facilmente i piccoli.
In questa completa vulnerabilità c’è tutto il suo fascino e il suo segreto. Questo insetto vive non visto dai più, trascorre quasi tutte le ore di luce occultato, immobile. Emerge al crepuscolo per mangiare le foglie più tenere, all’apice dei rami e di notte è attivo e si sposta sulla pianta nutrice.
La natura gli ha concesso un dono: le sue uova sono rivestite da un guscio durissimo, gastroresistente. Se un uccello mangia una femmina di stecco (che può deporre anche 15 uova in una notte) i suoi escrementi conterranno uova intatte dalle quali nasceranno i piccoli stecco, portati chissà dove dagli spostamenti del volatile. Questo è l’unico mezzo di probabile ampliamento della distribuzione degli stecco, animali con scarsissima mobilità. E’ una scoperta assai recente pubblicata su Ecology.
Se passeggiando per il Bosco delle Pianelle avrete la fortuna di avvistare l’insetto potrete determinare a priori il sesso: sarà una femmina. In natura il maschio è rarissimo e, in alcune parti d’Italia, è considerato pressoché estinto. Le femmine, in assenza di maschi, si riproducono per partenogenesi: depongono uova che si auto-attivano senza fecondazione e danno vita a embrioni normali, di sesso ovviamente femminile.
Possiamo tranquillamente affermare che alcune popolazioni di Bacillus rossius sono caratterizzate dalla presenza esclusiva delle femmine.
I neonati dell’insetto stecco (neanidi, foto in alto) sono identici agli adulti dai quali differiscono solo per le dimensioni. Uno stecco appena uscito dall’uovo è lungo un centimetro e raggiungerà in circa sei mesi la lunghezza di 11-12 centimetri, zampe escluse.
Lo stadio adulto è raggiunto dopo diverse mute che gli consentono di aumentare le dimensioni del corpo. Nella foto in basso è ritratto un insetto stecco giovane alla seconda muta, avvistato lungo uno dei percorsi più frequentati del Bosco delle Pianelle. E’ visibile la vecchia pelle e si tratta di uno scatto molto fortunato.
Vive oltre un anno e cambia colorazione: i giovani sono tutti di colore verde brillante; gli adulti possono essere di colore marrone o di colore verde.
Chi vuole ammirare questa creatura deve dotarsi di pazienza e osservare le piante con gli occhi del naturalista, cercando di distinguere i dettagli, isolare le sfumature dei colori, cogliere impercettibili differenze.
Il contatto con le nostre mani, se avviene con competenza e delicatezza estrema, non è fatale all’insetto adulto. Tuttavia è da evitare: un movimento brusco, una trazione, potrebbe causare l’immediato distacco di una zampa. Lasciamolo nella pace del suo ambiente e nella quiete che la sua vulnerabilità richiede; in questo modo, se proprio non possiamo fare nulla per salvare il mondo, avremo protetto almeno una creatura innocente.
Le foto 📷
© Tutte le immagini e i video del presente articolo sono di proprietà dell’autore Giuseppe D’Ambrosio.
Foto sono state realizzate nel Bosco delle Pianelle di Martina Franca (Taranto); le foto delle uova sono realizzate in laboratorio (Brindisi); il video è realizzato presso il Bosco Scaracci di Latiano (Brindisi)
Prossime ciclocronache nel microcosmo 🦋🐛
– Masseria Sant’Elmi, Latiano: farfalle femministe (Neoipparchia statilinus)
– Bosco Scaracci, Latiano: la magia dell’epica in un ragno (Aculepeira armida)
– Bosco Scaracci, Latiano: faccia a faccia con il gufo (Asio otus) e lo sparviere (Accipiter nisus)
Elegante e discreto questo insetto stecco! Vulnerabilissimo, ripone tutta la sua forza nelle uova vincendo, complici i predatori, la lotta per la propria sopravvivenza..grazie Giuseppe per questo “micro”viaggio 😊