Jólabókaflóðið

Un Natale islandese

La neve cade, il caminetto scoppietta, le luci dell’albero sono accese, un bicchiere di vino e una tazza di cioccolata calda sono poggiati sul tavolo delle feste.  Mi trovo, avvolto dalla neve in una piccola casetta di Akranes, piccolo villaggio islandese di pescatori.

Steam from a cups with a hot cocoa on the fireplace background.

Oggi è il adfangadagur ( vigilia di Natale) e fervono i preparativi.  In cucina stanno terminando la preparazione del hangikjöt  che sarà accompagnato dal uppstúfur  (si tratta di un agnello affumicato, chiamato carne appesa, accompagnato da una salsa di patate bianche).  E’ uno dei piatti della tradizione islandese.

Consumata la cena, in un’atmosfera calda e rilassata, tra i bambini sale l’attesa per l’apertura dei regali.  Tutto è pronto per il Jólabókaflóðið.  E’ un’antica tradizione islandese associata al Natale.  Letteralmente significa jól(Natale) +‎ bók (libro) e‎ flóð (alluvione, inondazione).  I regali natalizi in Islanda sono essenzialmente libri.

La preparazione per il Jólabókaflóðið inizia a metà novembre.  Ogni anno dal 1944, la Iceland Publishers Association pubblica un catalogo – chiamato Bókatíðindi (Bollettino del libro) – che viene inviato a tutte le famiglie del paese a metà novembre durante la Fiera del libro di Reykjavik. e col quale tutti ordinano i libri da far trovare sotto l’albero da amici e parenti.

Si tratta di un catalogo che sintetizza tutte le nuove pubblicazioni dell’Associazione degli editori islandesi da cui attingere a piene mani per trovare ispirazione per i propri regali.

In realtà, già da settembre tutte le librerie del Paese straripano di nuovi titoli proprio perché tutti sanno che a Natale saranno venduti e regalati centinaia di libri.

Ecco, è arrivato il momento di aprire i regali.  Ognuno avrà i suoi libri.  La festa non termina con l’apertura dei regali.  E’ tradizione passare il  jóladagured il annar í jólum (il 25 dicembre, giorno di Natale, ed il 26 dicembre, secondo giorno di Natale) leggendo insieme i libri bevendo cioccolata calda accompagnata da qualche dolcetto.  Si legge, si commenta e si tiene un occhi alla finestra.  Perché, anche per chi abita qui da sempre, gli spettacoli dell’aurora boreale sono imperdibili.

Come nasce questa tradizione?

Approfittando della confusione post bellica attraverso un referendum, il 24 maggio del 1944, l’Islanda diventa una Repubblica indipendente, completamente autonoma dalla Danimarca.  Questo, certamente, non  piacque al popolo danese che stava ancora facendo i conti con la Germania nazista.  Molti danesi si sentirono offesi perché l’Islanda aveva attuato tale procedimento proprio in quel momento. Nonostante ciò, il re Cristiano X di Danimarca inviò un messaggio di congratulazioni al popolo islandese.

Non certo favorita dalla natura, se si eccettuano la pescosità dei mari e il cospicuo potenziale idroelettrico e geotermico, l’Islanda ha sopperito alla povertà di risorse con un secolare straordinario adattamento – si potrebbe dire attaccamento – dell’uomo all’ambiente e con una mirabile organizzazione economica e politica al servizio dell’intera collettività (notevole è l’intervento dello Stato nei settori-chiave dell’economia, quali la pesca e l’attività mineraria).

Proprio la povertà, di questo territorio e l’eccezionale capacità di adattamento, ha plasmato i ritmi di vita e le tradizioni degli islandesi.

Le restrizioni sulle importazioni, nell’immediato dopoguerra, e l’accesso ristretto ai beni di consumo da parte della popolazione fece del libro (la carta, al contrario, si commercializzava liberamente nel Paese) il regalo perfetto (e unico) delle festività natalizie.

La carta era a quell’epoca una delle poche merci non razionate e fu così che gli islandesi svilupparono un forte amore proprio per i libri, dal momento che altri tipi di doni erano praticamente introvabili. Un amore che si è tradotto poi nella consuetudine di dare libri in regalo.

La tradizione, infine, vuole che i libri siano rigorosamente di carta, da sfogliare e assaporare (godendone il profumo) e che la lettura inizi già la notte della Vigilia dopo aver scartato i doni.

Per gli islandesi non ci sono dubbi Le festività natalizie sono associate, soprattutto, alla lettura, al relax tra le mura di casa, ad un tempo da far scorrere con calma.

Le tradizioni sono quegli aspetti della cultura, intesa come un insieme di capacità, saperi, norme e valori che gli esseri umani apprendono in quanto fanno parte di una certa società, che non si esauriscono nel corso di una generazione, ma vengono trasmessi alle generazioni successive. 

Questa tradizione, nata dalla povertà,  ha plasmato gli abitanti di questa piccola isola nordica trasformando i 329mila abitanti in un popolo straordinariamente dinamico in campo letterario. Amano leggere e scrivere e secondo un articolo della BBC, “il paese ha più scrittori, più libri pubblicati e più libri letti, a testa, che in qualsiasi altra parte del mondo” e un islandese su 10 pubblicherà prima o poi un libro.

Informazioni Turistiche

L’Islanda è un piccola isola.  Che tu la voglia girare in camper, in auto, in moto o i bicicletta troverai tutti i servizi necessari alla tua vacanza.  L’Estate è la stagione meno estrema. 

Uno degli spettacoli più affascinanti dell’Islanda è l’aurora boreale.

Il periodo adatto a vedere l’aurora boreale, in Islanda, va da settembre a metà aprile, un periodo molto lungo di ben 8 mesi! Durante i mesi di febbraio e marzo e di settembre e ottobre, in coincidenza degli equinozi questo fenomeno si verifica in modo più frequente.

In particolare è più facile assistere all’aurora boreale da febbraio a marzo, durante la “lunga notte polare”, periodo in cui il buio è più lungo e intenso.

L’orario migliore per osservare l’aurora boreale va dalle 9 di sera all’1 di notte. Ma per una migliore previsione potete visitare il sito finlandese dedicato proprio al fenomeno. Ricordatevi però che non c’è mai l’assoluta certezza perché questo spettacolo è spesso molto dispettoso e difficilmente prevedibile. 

In realtà l’aurora boreale, in Islanda, si verifica tutto l’anno.  In estate c’è troppa luce per poterla vedere distintamente.

Per gli amici che stanno pensando di organizzare un tour dell’Islanda in bicicletta consiglio questi due diari di viaggio.  Mi sembrano molto interessanti ed istruttivi.

1 commento su “Jólabókaflóðið”

  1. Caro Nicola, grazie per questo avvincente racconto. E per averci raccontato questo pezzo incredibile di storia e società. Magari chissà qualcuno oltre te anche qui da noi prenderà la tastiera in mano e comincerà a scrivere come fanno in massa gli islandesi 😉

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