Puglia da record

Secondo il Rapporto Ecomafia 2020 di Legambiente la Regione Puglia è seconda in Italia per reati legati al ciclo dei rifiuti

Alcune considerazioni

Da amante della natura e dell’ambiente, luogo a me caro dove trascorrere il tempo libero in sella alla mia bicicletta, sono rimasto senza parole nel leggere che la Puglia è passata dal terzo al secondo posto in classifica.

Siamo rimasti sul podio e siamo andati avanti ma, ahimè non è la classifica che negli ultimi anni siamo abituati a vedere, la Puglia al top delle mete turistiche, la Puglia la più bella Regione del Mondo.

L’atlante dei rifiuti funzionale alla denuncia e al presidio del territorio

E’ la classifica che si legge nel Rapporto Ecomafia 2020: la Puglia al secondo posto per reati legati al ciclo dei rifiuti tra le Regioni Italiane (qui il link di riferimento https://www.legambiente.it/comunicati-stampa/i-dati-del-rapporto-ecomafia-2020-nel-2019-in-aumento-i-reati-contro-lambiente/).

Leggo che c’è stato un incremento del 23,1% dei reati contro l’ambiente a livello nazionale, 4 reati accertati ogni ora. Cifre impressionanti, davvero numeri che tolgono il fiato e un giro d’affare colossale.

   regionereati% su totale nazionalepersone denunciatepersone arrestatesequestri
1Campania5.54916%4.231241.777
2Puglia3.59810,4%3.20071.020
3Sicilia3.2589,4%2.8028710
4Calabria2.9638,6%2.53147974
5Lazio2.6927,8%2.378621.080
6Toscana2.1976,3%1.9202451
7Lombardia1.9945,8%1.93388534
8Liguria1.8425,3%1.3862262
9Sardegna1.3683,9%1.4448315
10Veneto1.3403,9%1.2113302
11Piemonte1.3073,8%1.1081216
12Emilia Romagna1.1783,4%1.0001352
13Abruzzo1.1623,4%1.096215
14Basilicata1.0172,9%7412114
15Marche9902,9%1.0424280
16Umbria6321,8%6823123
17Friuli Venezia Giulia5441,6%3458203
18Molise5301,5%436115
19Trentino Alto Adige4091,2%2371863
20Valle d’Aosta780,2%466
 TOTALE*34.648100%29.7692889.112

Fonte: elaborazione Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto (2019).

Ad una criminalità cosiddetta organizzata con le sue logiche ed i suoi  interessi economici si affiancano atteggiamenti criminali più spicci, quotidiani, capillari ed individuali senza fini di lucro che deturpano il territorio in cui viviamo, compiuti da cittadini insospettabili. Nel corso degli ultimi anni non può non saltare agli occhi che la situazione è gradualmente ed inesorabilmente peggiorata, è sufficiente che ognuno di noi si sposti qualche centinaio di metri fuori dalla propria città.

Da sempre utilizzo la bicicletta come mezzo per trovare relax e respirare aria buona lontano dal caos e dall’inquinamento cittadino e sempre più spesso sono tornato a casa con un senso di disgusto per quello che ho visto intorno a me (documentato dal reportage allegato).

Giorno dopo giorno ho visto e spesso fotografato in ogni anfratto delle bellissime vie delle nostre campagne ogni tipo di rifiuto che un cittadino comune genera nel corso di un anno di vita: giocattoli, mobili, stoviglie varie in plastica e post compleanno, conserve di pomodoro (con o senza barattoli in vetro), materassi, vestiti, pneumatici, televisori, accessori bagno, frigoriferi, elettrodomestici vari, cassette in plastica o legno, divani, scarti di muratura, piastrelle, cartongesso, eternit, fusti di oli esausti e tantissima spazzatura di ogni tipo: già accuratamente differenziata o semplicemente indifferenziata. Rifiuti stagionali o annuali.

Ho capito che la tipologia dell’incivile è trasversale e, così come il tipo di rifiuto, che il mancato rispetto dell’ambiente non si vede solo dai sacchetti della spazzatura nelle campagne, ma da tante piccole cose che forse chi li compie lo fa senza pensare di commettere un reato. Così deturpa il territorio chi percorre km in auto per gettare i sacchetti in campagna, ma anche chi  fa attività sportiva all’aperto e si libera per strada della sua bottiglia di bevanda energetica, così come chi vive del frutto della propria terra e la coltiva, quando decide di tritare i sacchetti di spazzatura sotto le ruote dell’aratro, quando decide di tritare o incenerire i tubi per l’irrigazione o le cassette in polistirolo dopo aver messo a dimora le piantine. Il fenomeno ha tante sfumature.

Le probabili cause

Scarso senso civico, impossibilità al conferimento in discarica, mancata conoscenza dei servizi che si hanno a disposizione, scarsa cultura ambientale, abusivismo, indifferenza alle leggi, intenti volutamente criminali, avversione verso le Istituzioni e le loro regole o del loro colore politico, incomprensione delle leggi (TARI alta a fronte di sforzi richiesti al cittadino per differenziare), il non sapere come differenziare. Ritengo che una sola parola può racchiudere tutto questo: ignoranza, che sia essa scolastica o di vita sociale. Una sola parola per definire la soluzione: cultura, intesa come conoscenza, informazione ed educazione.

Le possibili azioni

Così come è trasversale il tipo di rifiuto e la tipologia di incivile, allo stesso modo devono essere trasversali le aree di intervento per mitigare il fenomeno e sperare di ridurlo significativamente.

Si deve creare una rete che coinvolga scuole, associazioni culturali, associazioni di volontariato, associazioni di categoria, Istituzioni, organi di vigilanza, le fonti di informazione locale, i singoli cittadini.  Penso che nonostante tutto si parli ancora troppo poco di questa emergenza, è una questione che non è entrata nella testa delle persone, come qualcosa che quotidianamente bisogna tener presente.

Le scuole hanno il ruolo cardine perché possono sensibilizzare i giovani e giovanissimi sul  problema e questi a loro volta portare una nuova cultura nelle loro famiglie. Progetti formativi sulla tematica ambientale e dei rifiuti, escursioni cittadine, educazione ambientale.

Le associazioni culturali inseriscano, mantengano o implementino nelle loro attività una sezione fissa di informazione sulla corretta gestione dei rifiuti e sul rispetto del territorio di appartenenza per denunciare, creare unione e forza.

Le associazioni di volontariato, come già sperimentato con successo, continuino ed incrementino la loro attività di pulizia straordinaria di vie ed aree verdi periferiche ed extraurbane. L’esempio è molto più efficace di una lezione teorica oltre che ad essere funzionale.

Le associazioni di categoria, penso a quelle degli agricoltori, perché sensibilizzino i loro utenti a pulire i loro terreni e non ad ararli con tutte le buste dei rifiuti, a non bruciare e tritare le tubazioni di irrigazione da loro usate o le vaschette di polistirolo, ad utilizzare tubazioni in plastica biodegradabile, ecc.

Le istituzioni hanno un ruolo chiave per la tutela del territorio e assumere iniziative volte mantenere alto il livello di attenzione coordinando gli enti coinvolti. Ritengo che si possa fare di più nel

  1. Definire  i propri criteri per dare un valore al territorio; se non si da un “prezzo” alla natura, non sapremo mai dire quante risorse sono necessarie per tutelarla e non sapremo mai quantificare il danno arrecato e le azioni da intraprendere. In sostanza, quanto siamo disposti a “spendere” in termini di tempo e risorse per preservarla? Dipende dal prezzo che le diamo.
  2. Bonificare le discariche abusive in tempi brevi dalla loro individuazione;
  3. Pensare all’affissione periodica, negli spazi adibiti per lo scopo, di manifesti e cartelloni sia di carattere informativo (pubblicizzare i numeri di telefono, orari di apertura della piattaforma, servizio di chiamata per ingombranti, gratuità dei servizi) e sia per sensibilizzare l’opinione pubblica con l’affissione di manifesti con le foto dei rifiuti scoperti nelle nostre campagne e degli incivili ripresi dalle fototrappole (come vediamo sui social o i giornali locali). Tali affissioni andrebbero a coprire quella parte della popolazione che per anzianità, indisponibilità o incapacità ad usare la tecnologia non ha accesso alle informazioni di base sulla raccolta differenziata e la loro importanza;
  4. Aggiornare il sito istituzionale in merito alla piattaforma ecologica e la APP “Mesagne differenzia”. In più di una occasione ho trovato discordanza tra gli orari di apertura della piattaforma del il sito istituzionale e la APP. La APP è ben fatta, mi piace, chiara e non dispersiva, sarebbe opportuno implementarla con la segnalazione al cittadino del ritiro dei rifiuti in occasione dei giorni festivi (Natale, Capodanno, Ferragosto, ecc.) o di variazioni che dovessero esserci sul calendario della raccolta. Si potrebbe scrivere questa informazione sulla pagina Home della APP oppure con l’invio di una notifica sul cellulare. Tante persone in occasione delle feste non sanno se il servizio sia garantito, spesso lo si scopre attraverso i giornali locali, ma non sempre. Forse questa piccola miglioria può evitare che qualche sacchetto di spazzatura in più finisca nelle campagne proprio nei giorni di festa;
  5. Velocizzare il servizio di raccolta a domicilio degli ingombranti. Da quanto constatato personalmente in un paio di occasioni, aspettare 2 o 3 settimane il ritiro è eccessivo, soprattutto se pensiamo alla natura del rifiuto molto voluminoso;
  6. Bisognerebbe fare uno sforzo per incentivare la bonifica delle abitazioni ed ex capannoni  artigianali in cui sono presenti manufatti in Eternit. Le Istituzioni dovrebbero censire tali luoghi, intercettare fondi regionali o europei dedicati e appaltare i lavori di smaltimento al servizio del cittadino. Forse costerebbe di meno che recuperarlo dalla nostre campagne, in termini di salute pubblica e oneri economici.

Gli organi di vigilanza hanno il ruolo importantissimo di sorvegliare, multare i trasgressori. Bisogna aumentare le telecamere di sorveglianza, prevedere postazioni fisse nei luoghi critici e quelle mobili in giro per le  campagne; bisogna essere incisivi con le sanzioni. Purtroppo è utopistico pensare che la sola educazione ed informazione debellino il fenomeno, c’è chi ha bisogno di un linguaggio diverso per essere educato.

I giornali locali svolgono un ruolo molto importante per informare e denunciare attraverso le loro testate. L’auspicio è che dedichino con molta più frequenza un piccolo spazio quotidiano che tratti di ambiente del territorio, servizi della città verso il cittadino, pubblicare frequentemente fotosegnalazioni per far crescere la sensibilità e lo sdegno di fronte a tali scempi.

I singoli cittadini che con le loro azioni quotidiane possono fare moltissimo per invertire la tendenza. Certamente è un dovere sociale collaborare ed informarsi a vicenda e naturalmente denunciare.

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