La fotocronaca del viaggio di Pierluigi Santorsola nell’Albania Nord occidentale
Un viaggio inizia già mesi prima nella tua testa, lo immagini lo assapori lo odi lo ami, non arriva mai.
Il 18/09/2013 è arrivato, i preparativi del giorno prima sono stressanti, la notte hai riposato ma non dormito, si parte nel primo pomeriggio, due amici vengono a salutarti, brillano i loro occhi per il rammarico di non essere in sella con noi, finalmente si parte, non ci credo ancora sto pedalando verso la mia prima vera importante sconvolgente avventura.
La prima tappa è Ostuni-Bari per il traghetto che ci porta sull’altra sponda, destinazione Bar in Montenegro.
Durante il tragitto ci fermiamo a Polignano per un piccolo ristoro, si riparte subito, la giornata e’ stupenda, azzurra come non mai, fresca soleggiata, l’ideale per due ciclisti.
Arriviamo a Bari in serata al tramonto, con ns. stupore con molto anticipo rispetto alle previsioni, andiamo subito a prendere i documenti per l’imbarco, ci sono ancora circa due ore prima di partire, ci facciamo un giro al centro di Bari.
Ceniamo in un locale, un panino una birra e via al traghetto. Saliamo a bordo sistemiamo per bene le ns. bici e con sorpresa ci vediamo arrivare una nostra amica Morena, che è riuscita a liberarsi dai suoi impegni per unirsi a noi, saliamo sul ponte, si parte.
Primo giorno oltremare, prepariamo le bici , il tempo non è il massimo piove il cielo è grigio ma verso la nostra destinazione si intravede un po’ di azzurro, ci facciamo coraggio e con una piccola pioggerella ci incamminiamo, poche centinaia di metri e il cielo ci sorride, via i giubbotti sfoggiamo le ns. belle divise e via si pedala verso Uncini prima tappa del nuovo Paese.
Visitiamo il castello, un museo qualche decina di foto e dobbiamo ripartire, c’è tanta strada ancora da fare per Shkoder, saliamo verso nord, siamo ancora in Montenegro, non è male il paesaggio sembra quasi di essere a casa, dico quasi, qualche anno indietro ci sembra di esser tornati.
Arriviamo al confine si passa la dogana, i soliti controlli, carta d’identità, salutiamo le guardie, direi abbastanza cordiali, una foto ricordo, e continuiamo il viaggio, siamo in Albania e si vede tutta la differenza già dai primi metri.
Dopo un paio di ore di pedalate con ragazzini che ci salutavano, ci venivano incontro per battere il 5, siamo arrivati a Shkoder, grande citta’, abbastanza moderna, dico abbastanza, grande forse quanto la ns. Brindisi, primo problema dobbiamo acquistare una scheda telefonica del posto per non svenarci con le chiamate, soprattutto per la connessione internet che in Albania con una scheda Italiana costa solo 9.00 € per 100 megabite. Io devo documentare quasi in diretta tutto il ns. viaggio, gli amici a casa se lo aspettano.
Trovato l’albergo, una bellissima attesissima doccia, si va in giro per la città, a piedi, visitiamo il centro moderno, pieno di negozi e locali di ogni genere, dopo il tramonto ci facciamo consigliare un ristorante, un ringraziamento particolare a chi ci ha consigliato, mangiato benissimo speso pochissimo, che vuoi di piu’.
Non possiamo fare tardi domani ci aspetta una lunghissima giornata di pedalate e scalate , dobbiamo arrivare fino a 1900 mt.slm per poi scendere, non è meno faticoso del salire, anzi, per altri lunghissimi km. Fino a destinazione.
Colazione alle 7.00 e si riparte con gioia e trepidazione, chissà cosa ci aspetta. Il meteo ci vuole bene giornata stupenda sole e cielo più azzurro che mai. Ci allontaniamo dalla città, ma anche dalla civiltà moderna, già pochi chilometri fuori Shkoder la differenza è notevole, vecchi fabbricati, ogni tanto qualche caseggiato più o meno rifinito, decidiamo di lasciare la strada che era stata pianificata, per lo sterrato, ma a noi piacciono le cose difficili.
Si intravedono le prime montagne , ma non sono le nostre, esse si trovano ben oltre quelle sullo sfondo, ma forza e coraggio, petto in fuori piedi ben saldi sui pedali e pedalare, pedalare senza sosta per un bel po’.
Dopo una 20 di chilometri su questi sentieri, dove il paesaggio ci ripagava passo dopo passo di tutta la stanchezza che via via si accumulava, arriviamo all’ultimo avanposto di presenza umana.
Un piccolo punto di ristoro per riposarci e recuperare energie spese fino ad ora.
Mangiato bevuto e rilassati, per mezz’ora circa, fieri e sorridenti, abbiamo pedalato solo circa 7/8 ore, cosa vuoi che sia, il peggio deve ancora arrivare, si riparte, adesso non si scherza piu’
Iniziano le salite, anzi LA SALITA, dobbiamo fare solo 20 chilometri di salita ripida e con strada, per modo di dire, solo pietre rocce e di tutto e di piu’, dimenticavo abbiamo ognuno di noi bagagli appresso per circa dieci e anche piu’ di chili.
Non pensavo ci fossero ancora sentieri naturali incontaminati, cosi come gli ha fatti madre natura, ogni metro era un’impresa, mi chiedevo ma ce la farò mai a fare 20 km. con queste condizioni generali ? Da noi una salita cosi di un paio di chilometri ci fa paura anche senza bagaglio, e se portiamo già uno zainetto con pochi grammi ci chiediamo perché non lo abbiamo lasciato a casa?
Ma quando alzavi lo sguardo e ammiravi la natura che eravamo venuti a cercare tutto passava in secondo piano, anzi era già bello e dimenticato, la fatica ? e cosa è qualcuno sa definire precisamente quale è il limite? Secondo me è nella testa , non nelle gambe , di ognuno di noi e in determinate condizioni momentanee. Non pensavi altro che andare avanti, anche perché tornare indietro era impossibile, e poi volevo vedere cosa ci fosse oltre quel tornante, speravo sempre che fosse l’ultimo, ma la montagna ti riserva sempre tante sorprese, e che sorpresa, paesaggi mozzafiato, salite mozzafiato, e ti facevi sempre più forte perché stavi salendo tanti metri e non te ne accorgevi neanche, che vuoi di più dalla vita, sei soddisfatto già fino a quel momento e sei ancora a metà del viaggio, e nella tua testa l’unico desiderio è quello di continuare a godere di tutto fatica compresa.
La prima grande immensa soddisfazione, siamo arrivati in cima, 1900 mt. Slm. e come potete vedere siamo tutti felici e sorridenti, eravamo sicuramente stremati dalla fatica, ma sazi di gioia per la meta raggiunta e il posto incantevole che avevamo il privilegio di godere, un piccolo riposino al punto ristoro una bella birra, che non ci siamo mai fatti mancare io e Franco un caffè e giù per la
Lunghissima discesa fino a destinazione Theth.
Il tempo scorreva inesorabilmente non ci dava tregua ci dovevamo sbrigare, avevamo ancora poche ore di luce, e il posto non si presta per nulla al buio. Cercavamo di recuperare un po’ di tempo, eravamo in discesa, ma no non era possibile la strada era tanto brutta al salire quanto altrettanto a scendere, avevamo i bagagli dietro alla bici che saltavano a ogni ostacolo e la strada era tutto un’ostacolo, pietre massi rocce che spuntavano ad ogni metro. Le braccia dovevano reggere tutto il peso, dovevi alzarti spesso, quasi sempre su i pedali per compensare la ripidità della discesa, quasi preferivo la salita
Era meno pericolosa sicuramente, al fianco avevamo lo strapiombo, non potevi distrarti.
Purtroppo siamo arrivati un po’ in ritardo, il buio ci aveva anticipato, fortunatamente da bravi escursionisti eravamo preparati anche per questi inconvenienti, fuori le luci, fuori il coraggio, che serve sempre mai lasciarlo a casa mi raccomando, e finiamo in bellezza la giornata, siamo finalmente a destinazione Theth , il padrone di casa ci viene incontro per farci strada fino a casa sua, e menomale chi l’avrebbe mai trovato era buio come mai visto in vita mia, qui la luce è un lusso che non esiste.
Dopo la doccia tutti a tavola, ci sono altri ospiti, ragazzi venuti su per visitare i posti all’indomani, sono venuti su con altro mezzo, una bella comoda spaziosa jeep del proprietario della casa, ma vuoi mettere la ns. soddisfazione, tuta nascosta dentro le ns. menti, nessuna battuta in merito, solo il loro stupore per quello che avevamo fatto, un sorriso e si cena, tutto fatto in casa, qui non esiste il supermercato, si mangia solo cio’ che si riesce a produrre in loco.
Tutto tipico Albanese, qualche antipasto, formaggio fatto in casa, pane idem, tutto buono, anche perché qui o ti mangi questa minestra o ti …………… !!!!
Pensate che abbiamo fatto le ore piccole ? alle 22.00 già eravamo al secondo o terzo sogno….
Domani ,tanto per riposare, dovevamo fare un bel po’ di trekking per visitare l’ultimo dei Paradisi terrestri. Colazione, tipica Albanese, la signora ci dà un bel paninone imbottito, zainetto e si riparte, a piedi, attraversiamo campi, sentieri singol track, ci arrampichiamo sulle rocce scendiamo dai dirupi, immersi nella vegetazione quasi intatta, primo ruscello,
Inizia a cambiare il paesaggio, sempre in meglio, non vediamo l’ora di proseguire, ci hanno detto che ne vedremo di belle, anzi bellissime, sembriamo dei bambini alla prima gita fuori porta.
A giudicare da quanti sali e scendi facciamo, ci addentriamo in posti difficili da percorrere, ci sentiamo tutti un po’ pionieri alla scoperta dell’Amazzonia, ed ecco che alzi lo sguardo dall’impervio sentiero e ti ritrovi sotto una cascata immensa rumorosa, imponente che si butta in un laghetto di colore verde smeraldo, tutti a trovare la migliore posizione per immortalare il film dei tuoi sogni.
La foto racconta piu’ di mille parole inutili. Non te ne andresti piu’ di li, sei rapito da tutto, ma una voce italo-albanese ci richiama ad andare avanti, ci dice che ancora non abbiamo visto nulla, c’è di meglio .Increduli obbediamo in religioso silenzio, cosa ci puo’ essere di piu’ bello? Bisogna credere ai padroni dei luoghi, beati loro……………..
Facciamo qualche altro chilometro, sempre tra boschi e montagne verdi solcate dal fiume che ogni tanto ci spia tra una roccia ed una cascatella.
Il paesaggio si allarga all’improvviso, siamo in una valle dove si impone un letto di fiume che sicuramente qualche mese fa’ era colmo di acqua, non e’ possibile qualche metro piu avanti ci si prospetta un luogo da favola un laghetto ai piedi di una gola con uno specchio d’acqua che era cosi’
limpida che facevi fatica a capire se la potevi toccare o era un’illusione, ma dopo qualche passo ancora ci togliamo le scarpe e assaggiamo la sua natura di fenomenale limpidezza e freschezza, è così fredda che non puoi fermarti per più di qualche secondo i piedi non li senti piu’ sono congelati, devi muoverti per far circolare il sangue.
io non ho avuto il coraggio di farmi il bagno, e forse me ne pentirò per sempre, i miei amici sono forti, non temono il freddo e si tuffano in quel magnifico meraviglioso incantevole specchio d’acqua…………
col senno di poi, che invidia queste foto, vorrei ritornare indietro e ripensarci, volevo ma non so cosa mi ha fermato…………
Siamo rimasti li per un bel po’, chi aveva il coraggio di chiedere loro di andare via dal quel sogno, era ora di pranzo, ci siamo mangiati il panino della signora, abbiamo anche trovato un piccolo ristoro di un’albanese che vendeva solo cose da bere e per ns. grazia aveva anche della buona birra fresca refrigerata naturalmente dal fiume.
Quando la guida ci comunicava che dovevamo continuare per attri luoghi, increduli, possibile che ci sia ancora di meglio da vedere ? ma non potevamo mica contraddire la ns. fonte di ricchezza spirituale, che diceva venite con me vi faccio vedere altri posti piu’ belli, a questo punto non ci chiedevamo piu’ nulla fino ad ora aveva mantenuto tutte le promesse, via si continua l’avventura.
E di nuovo Sali scendi arrampicati, giù per delle scale naturali ed eccoti alla fine del viaggio ultimo luogo visitabile in questa zona, non ho parole per descrivere, forse ‘ meglio farlo raccontare da una foto, sapra’ raccontare meglio di me.
Le foto diranno molto a noi che le abbiamo vissute dal vivo, non rendono certo giustizia per quanto immaginario sia possibile capirne la bellezza.
Non volevamo piu’ andare via di li solo la ragionevole certezza che il tempo non si sarebbe certo fermato neanche per noi, abbiamo resistito fino al possibile, dopo innumerevoli insistenze della ns. guida, abbiamo ceduto e malvolentieri abbandonato il Paradiso.
Ormai ci restavano i freschi ricordi ancora talmente vivi che pensavamo di averli fatti nostri per sempre, ci allontanavamo sempre di piu’ dal quel mondo di favola ci si girava di continuo sperando di non essere stati frettolosi nel memorizzare il percorso, non si sa mai, un giorno vuoi tornarci lo ricordi meglio. E’ tardo pomeriggio bisogna rientrare, ricordate qui non esiste null’altro oltre alla fantastica natura che segue i ritmi del giorno e della notte ai quali non puoi modificarne il il proprio destino devi solo accettarlo.
Rientrati in casa, abbiamo fatto circa 15 chilometri di camminata tra i boschi, ci e’ sembrato di volare perchè il pensiero era leggero come l’aria fresca e rarefatta della sua montagna, e’ l’ora di una doccia e si va a cena, altre specialita’ del posto, tutte buone dagli antipasti al primo al secondo, una cena completa, ci siamo saziati oggi due volte il fisico e la mente la seconda non si digerisce si immagazzina nei ricordi e si tiene stretta stretta per paura di perderla.
Dopo cena qualche chiacchiera ultimi consigli per il viaggio di ritorno di domani, si va a dormire la veglia è alle 6.00 prima dell’alba.
Suona la sveglia quel suono che non volevi sentire per chissà quanti altri giorni, potendolo fare.
Il giorno del ritorno e’ arrivato, speravi che si allontanasse giorno per giorno ora per ora, ma inesorabilmente è arrivato. Te ne fai una ragione accetti e ti alzi ti vesti a strati, il freddo ci farà compagnia per qualche ora, pronti per partire, salutiamo il ns. amico che ci ha ospitato nella sua casa (albergo) la signora ci dona un bel panino per il ns. lungo viaggio, ultimi controlli e si sale in sella per una lunga affascinante ultima avventura, ci accingiamo a percorre una strada, peggiore per il ritorno, detta dagli abitanti del posto, ma è quella che abbiamo pianificato prima di partire da casa nostra, non ci tiriamo certo indietro all’ultimo minuto, anche se confido che il dubbio ci aveva presi, sfiorato per qualche istante.
Ciao grazie della vs. meravigliosa ospitalita’, speriamo di poterci rivedere quanto prima, sappiamo che un paio di amici, rimasti a casa quest’anno per problemi vari, hanno espresso il desiderio di voler venire in questi posti, secondo voi ce lo faremo ripetere due volte se vogliono essere accompagnati?
Prime pedalate e gia’ altro imprevisto ma affascinante ostacolo da affrontare, guardate un po’ voi e giudicate,
Un ringraziamento speciale a Francesco che non so come ha avuto la lucidita’ di immortalare questo passaggio particolare alle 6.30 del mattino quando ancora eravamo tra il dormiveglia e lo shock del viaggio da affrontare.
Iniziamo proprio bene solo 20 km. tutti in salita per arrivare al primo passo a 1200. Mt. Slm.
Il sentiero si presenta gia’ dai primi metri impervio e rigorosamente sterrato fatto di petraia e roccia
che spunta qua e la giusto per la ns. gioia di bikers. La luce del paesaggio e’ di un colore che non sò
proprio descrivere, per capirlo un po’ dobbiamo forse pensare al biancore della luna con sfumature di grigio i colori sembrano essersi momentaneamente spenti.
Fa ancora molto freddo, il sole ci fa capolino dietro le montagne tra qualche minuto abbiamo appuntamento dietro l’angolo, noi continuiamo a salire, ci serve anche per riscaldarci, e non ci lamentiamo mica….
Dirvi che il paesaggio e’ stupendo forse e solo un ripetersi noiosamente per chi legge queste righe, ma per noi no, non ci stancheremo mai di dire che era una sorpresa stupenda ogni tornante .
Meritava una sosta per contemplare lo spettacolo che ci veniva proposto.
finalmente incontriamo il nostro amico sole che ci dà il buongiorno nel miglior modo possibile, con il cielo di un azzurro mai visto e il verde della vegetazione che brillava con i suoi raggi riflessi nella rugiada. I colori si riappropriano del loro nome colori piu’ che vivi sembravano animati gli mancava sola la parola e potevamo scambiarci i complimenti della bella giornata che stava nascendo.
Il primo passo a 1200 è stato quasi conquistato, ci riposiamo un po’, e’ da diverse ore che saliamo
e la stanchezza si fa sentire, ma solo un pochino, uno spuntino e si riparte, una piccola discesa ci aspetta per poi risalire nuovamente per qualche centinaio di metri.
Durante la discesa incontriamo uno dei pochi abitanti di queste montagne , durante tutto il viaggio avremo trovato non piu’ di 4/5 case sparse tra una montagna ed un’altra, la cosa che ci ha colpito piu’ di tutto e che abbiamo incontrato solo donne che portavano animali al pascolo o con arnesi da lavoro tipo zappe e cesti pieni di non so che. Uomini neanche uno.
Siamo quasi alla fine delle discese che abbandonano il paesaggio montuoso, siamo ai piedi del massiccio e fa caldo, ma molto piacevole, tra qualche chilometro dovremmo arrivare alla civilta’ inizia la strada asfaltata, purtroppo, per chi ci capisce.
il divertimento e’ finito, la modernita’ che conosciamo bene che per un paio di giorni abbiamo rimosso dalle ns. menti, si riprende la rivincita sul nostro stato idilliaco appena lasciato alle spalle. Adesso dobbiamo recuperare un po’ di tempo perchè abbiamo il timore di arrivare tardi all’appuntamento con il traghetto, con rammarico testa giu’ e in religioso silenzio aumentiamo il ritmo delle pedalate.
Durante questo tragitto di una cinquantina di chilometri sono convinto che come me i miei compagni di viaggio abbiamo ripassato nelle ns. menti tutto il film visto nelle 48 ore precedenti,
infatti siamo arrivati a destinazione quasi senza che ce ne accorgessimo.
E’ finita la storia del mio primo vero ed unico, solo per il momento, viaggio avventura in bici da montagna. Fiducioso che con il mio amico Francesco
sia solo l’inizio di una lunga serie, chiudo questo racconto, spero poco noioso per chi lo leggerà
dicendo questo………… Viaggiare in bici per chi ama questo sport e’ l’esaltazione del connubio
tra un mezzo che ti affascina e il piacere di tutto quello che esso ti permette di vivere.
Buon viaggio a tutti