Domenica 6 novembre, in bici alla scoperta delle antiche strade del Nord Salento verso Lecce
Dall’Appia diretta a Brindisi si staccava all’altezza di Oria fin dall’epoca classica la Via “ad Lippium” diretta verso Lecce (Lippium dal toponimo greco Λουππίαι Luppíai). Domenica 6 novembre la proposta dei Cicloamici in collaborazione con l’Istituto secondario superiore Epifanio Ferdinando è di ripercorrere in bici quelle antiche strade alla scoperta del patrimonio storico e archeologico di grande rilevanza: le Terme Romane a Malvindi, la Chiesa di San Pietro di Crepacore, il tempietto di San Miserino. Un itinerario immerso nel paesaggio autunnale sulle tracce di quel reticolo di strade secondarie intorno a Mesagne segnalate nel 2006 e poi dimenticate. L’incuria, il tempo, gli atti vandalici e i lavori di costruzione della circonvallazione Sud hanno portato alla quasi completa cancellazione della segnaletica.
La cicloescursione domenicale è una occasione per ritrovarsi all’aria aperta per fare sport, cultura, socializzare e stabilire un dialogo intergenerazionale. Tutto insieme e in modo ecosostenibile.
I Cicloamici e l’Istituto Ferdinando, mediante questo evento, propongono all’amministrazione Comunale di Mesagne di associare l’opera di riqualificazione del cammino della Appia regina viarum e di Muro Tenente alle altre strade di campagna che rappresentano una rete di itinerari ricreativi, naturalistici, storici. Molti di questi itinerari furono realizzati con segnaletica cicloturistica nel 2006 dalla giunta Sconosciuto con un finanziamento regionale. Un opera allora pionieristica che ritorna oggi di grande attualità dopo la riscoperta su scala regionale dei cammini (Appia Don Tonino, Via Materana) e degli itinerari cicloturistici (Eurovelo 5). La rete delle “Vie Verdi” è stata ripresa e citata nel piano della Mobilità ciclistica e moderazione del traffico” sviluppato nel 2017 dall’amministrazione Molfetta i cui contenuti sono stati determinanti per la progettazione del progetto Appia Eurovelo5 di ricente approvato al Comune di Mesagne. Diventa di grande rilevanza per la cittadina già candidata a capitale nazionale della cultura, tutelare e valorizzare il patrimonio di strade luoghi di cui il territorio cittadino è disseminato. Gli organizzatori sottolineano infine l’urgenza di pianificare un intervento di consolidamento, messa in sicurezza e un progetto di fruibilità del sito archeologico di Malvindi.
Il programma dell’escursione in bici
Ore 8:45 raduno, ore 9,00 partenza: Piazza 4 Novembre Mesagne.
Indicazioni da Google Maps del luogo di incontro https://goo.gl/maps/XRuK1Q89HuMZUESE6
Percorso: Itinerario facile e pianeggiante di circa 35Km per strade asfaltate e sterrate. Pedalata tranquilla e affascinante per assaporare la bellezza dell’agro di Mesagne e dei comuni limitrofi tra vigneti e uliveti antiche masserie e costruzioni a secco ed i siti archeologici di San Miserino, San Pietro di Crepacore e Malvindi lungo l’antico itinerario del limitone dei greci.
Rientro: per le ore 13 a Mesagne. La fatidica ora della braciola.
Info e capogita: Antonio Licciulli 3333744725
Iscrizione alla gita
Richiediamo cortesemente ai partecipanti di prenotarsi all’evento mediante il modulo online linkato sotto. La partecipazione all’evento è gratuita. Ricordiamo che da ottobre è possibile iscriversi o rinnovare l’associazione che sarà valida per tutto il 2023 e che sono in vendita le magliette tecniche disegnate da Alberto Marescotti. L’associazione accetta contributi liberi
La via ad Lippium ed il limitone dei Greci
La storica Silvia Marchi ha trovato in un atto rogatorio del 1187, relativo ad una controversia sulla delimitazione di terreni in contrada Monticello, la citazione “que venit ab Oria et ducit Lippium” ovvero il riferimento alla strada per Lecce lungo l’attuale SP51 Oria Cellino. L’itinerario è anche indicato come “Limitone dei greci” con il riferimento alla linea difensiva dei territorio bizantini durante l’espansione Longobarda. La via era già importante in età imperiale, per collegare Roma agli insediamenti romani in Salento e poi al porto di Otranto come suggeriscono i siti archeologici collocati sulla sua direttrice.
Le terme di Malvindi
Lungo la Via ad Lippium sorge un impianto termale romano di età imperiale la sua collocazione si concilia con la presenza della direttrice viaria e anche con la presenza di una sorgente in corrisponenza di un canale messo in comunicazione con acque affioranti da falde freatiche.
L’impianto termale di Malvindi si ipotizza risalga a due fasi costruttive, la prima agli inizi del I secolo dopo Cristo, l’altra ai secoli III – IV d.C. Con lo scavo operato nei primi anni ’80 sono stati individuati un calidarium, la sala dei bagni in acqua calda e dei bagni di vapore – riscaldata con un sistema di risalita del calore da un impianto posto sotto il pavimento tenuto dal basso dai suspensurae, il tepidarium – la sala destinata ai bagni in acqua tiepida, e il frigidarium – camera adibita ai bagni con acqua fredda – dove sono stati rinvenuti i resti di una vasca.
In una delle sale del Museo “Granafei” di Mesagne si conserva la pavimentazione musiva del tepidarium, un mosaico costituito da tessere calcaree bianche e nere e da una decorazione centrale in marmo lunense, che fu rinvenuta in un notevole stato di disfacimento nel corso di un intervento di scavo attuato nel 1987. Il tappeto musivo, del III secolo d. C., presenta varie rabberciature con frammenti di marmo bianco e grigio scuro o con malta. Alcuni studiosi, sulla base di elementi inerenti le dimensioni dell’intera struttura e la sua ubicazione in una zona rurale, ipotizzano il possibile utilizzo pubblico del complesso termale in età imperiale romana come punto di riferimento e di sosta (mansio) lungo l’asse viario che collegava i centri antichi di Oria e di Otranto. Purtroppo l’area archeologica è in completo stato di abbandono.
Preoccupano le lesioni e quindi i possibili crolli dei muri degli ambienti portati alla luce con gli scavi archeologici, in quanto non si è proceduto al restauro e alla manutenzione dei resti scoperti e non è stato operato alcun tipo di contenimento della spinta del terreno esterno una volta effettuato lo “svuotamento” delle varie camere. Fonte: www.brindisiweb.it Foto Antonio Licciulli
Tempietto di San Miserino
L’edificio di San Miserino rappresenta una vera singolarità per il Salento e richiama lo stile costruttivo del Pantheon con una cupola di copertura gettata in calcestruzzo con cocciopesto a formare la componente idraulica. L’edificio principale ha pianta ottagonale. Lo spazio interno è formato da quattro nicchie semicircolari con calotte a tutto sesto sugli assi obliqui e due nicchie rettangolari sui lati nord ed est.
Il pavimento conserva ancora in parte un mosaico a tessere scure con una cornice bianca. Le pareti conservano invece tracce a sfondo rosso di affreschi. I capitelli inoltre presentano decorazioni in stucco, con motivi in acanto spinoso, la cui datazione viene fissata al VI secolo. A questo impianto centrale si innesta un avancorpo diviso in tre navate coperte con volte a botte. Si ritiene che la funzione originaria dell’edificio fosse quella di un ninfeo o di un ambiente termale, annesso ad una villa rustica costruita in età imperiale. Lo farebbero anche pensare i mosaici, datati al II secolo dopo Cristo. Di età medioevale, sono invece gli affreschi ancora riconoscibili sulle pareti, elemento che dimostra come il Tempietto fosse stato successivamente convertito in chiesetta rurale. Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Tempietto_di_San_Miserino. Foto Antonio Licciulli
La Chiesa di San Pietro di Crepacore
L’edificio potrebbe risalire al periodo tra VI e VII secolo ma sarebbe stato costruito reimpiegando i resti di una villa romana. La facciata dell’edificio è caratterizzata da un portale on arco a tutto sesto sorretto da due rozze colonne; sul retro è presente una bassa abside, scandita da due lesene molto semplici e una bifora che consente l’illuminazione degli ambienti interni. L’interno è diviso in tre navate delimitate da colonne con fusti ellenistici di reimpiego, provenienti da costruzioni di epoca romana, che sorreggono bassi archi a tutto sesto. La navata centrale è coperta da due basse cupole poste in asse, appoggiate su alti tamburi. Piccole monofore sono presenti nelle parti superiori delle pareti di ambito. Le navate laterali sono caratterizzate da rozze semi-volte rampanti. La chiesa poggia sui resti di piccole abitazioni con muretti a secco del II-III secolo a.C. Sulle pareti interne sono presenti pregevoli affreschi collegabili a due distinti filoni culturali: l’arte longobardo-beneventana nella prima campata e quella bizantina nella seconda campata e sulle pareti dell’abside. Lungo il bordo inferiore di quest’ultima, è stata recentemente scoperta un’iscrizione dedicatoria in greco: “Questo tempio è stato edificato per la remissione dei peccati del servo di Dio… e della sua consorte Veneria e dei loro figli. Amen”. Intorno alla chiesa è stata messa alla luce una necropoli che è stata datata all’VII secolo d.C. Tale datazione consente di ipotizzare la prima costruzione della chiesa allo stesso periodo.
Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Pietro_a_Crepacore Foto Antonio Licciulli
Le foto dell’evento
Gli itinerari cicloturistici intorno a Mesagne nel 2004
Percorso Giallo: la Via Appia (prolungabile fino a Oria) Si descrive come esempio la realizzazione e descrizione di uno degli itinerari segnalati. Si tratta di una pista ciclabile extraurbana su un percorso facile, risultante per la quasi totalità in un sentiero sterrato nella tranquilla campagna mesagnese immerso tra olivi, querce e viti. Secondo alcuni storici questo antico sentiero sterrato potrebbe coincidere almeno in alcuni punti con il tracciato dell’antica via Appia e che collega Mesagne all’area archeologica di Muro Tenente e continuando porta diritti a Oria già antica città Messapica. Il tragitto sarà caratterizzato dai seguenti principi base: continuità di percorso, senza soluzioni di continuità, salvo brevi e sicuri attraversamenti, sicurezza, facilità d’uso.
Percorso verde: via messapica Questo percorso coincide per la metà situata a Ovest con un’antica via Messapica che collegava le due città di Muro Tenente e Muro Maurizio. Su questo tracciato vi sono diversi rinvenimenti sia di epoca messapica che romana. Si tratta di una strada in parte sterrata e in parte asfaltata.
Percorso rosa: via meridiana Un bel percorso tra gli ulivi direzione Sud da Mesagne consente di raggiungere il sito archeologico di San Pietro di Crepacuore dove è possibile visitare una delle più belle chiese bizantine della provincia di Brindisi, vi sono inoltre i resti di un’antica villa romana. Dal prolungamento a Ovest del percorso Rosa è possibile raggiungere Oria in tutta tranquillità passando da antiche e belle Masserie (san Domenico, San Giovanni lo Pariete).
Percorso azzurro: Cellino ciclabile Un percorso tranquillo quasi del tutto asfaltato dal prolungamento del quale si raggiunge Cellino San Marco passando da Masseria Curtipitrizzi.
Percorso viola: via bizantina E’ il percorso che consente di raggiungere “il limitone dei greci” la strada più importante in periodo bizantino ricchissima di testimonianze storiche: terme romane, chiesa di San Misurino, San Pietro di Crepacuore, Masseria la Cattiva.
https://www.cicloamici.it/progettomesagnebici.pdf