Lo Chalet delle associazioni nella villa comunale

Aperta la sede sociale dei Cicloamici condivisa con altre 5 associazioni nel centro della Villa Comunale

La scelta coraggiosa dell’Amministrazione comunale

Lodevole e coraggiosa la politica dell’Amministrazione Matarrelli che ha voluto investire sul volontariato e nel Terzo Settore. Lo chalet era tra i 9 locali assegnati dal Comune di Mesagne mediante avviso pubblico rivolto ad associazioni senza scopo di lucro. Gli immobili assegnati appartengono al patrimonio del Comune di Mesagne; insieme allo Chalet sono stai assegnati i locali siti in Piazza Caduti di via Fani; in Piazza S. Anna dei Greci; in via Geofilo; all’ex scuola Media G. Marconi. Le associazioni vincitrici del bando si sono obbligate a mantenere le spese e il decoro dei locali concessi e a rendersi disponibili a perseguire interessi e finalità coincidenti con quelli della pubblica amministrazione rivolti all’intera Comunità mesagnese.

Tante associazioni non solo mesagnesi si sono unite in una cordata per condividere, il locale che il comune intendeva assegnare. La cordata classificatasi al 1° posto e risultata assegnataria dello chalet della villa comunale era capeggiata dal Centro Studi Antonucci (presidente Vito Briamonte) e costituita da altre 5 associazioni: Comitato FAI Brindisi (referente Saverio Martucci); CSV centro di servizio per il volontariato Brindisi e Lecce (referente Alessandro Laresca) e le A.P.S. ; Cabiria (presidente Anna Rita Pinto), Cicloamici (presidente Antonio Licciulli) e Gruppo Pari Opportunità (presidente Margherita Ignone).

Lo Chalet delle Associazioni sarà dunque una “Casa Comune delle associazioni”. Non solo delle 6 associazioni di cordata ma di tutte quelle che vorranno fare promozione sociale e ambientale sul territorio. La presenza prestigiosa del CSV interprovinciale e del FAI rappresenterà un volano di sviluppo del volontariato cittadino e provinciale. I Cicloamici potranno adesso contare su un luogo dove continuare a svolgere l’opera di tutela di pedoni e ciclisti e di impegno ambientalista.

Le 6 Associazioni che operano sul territorio mesagnese e salentino da molti anni contribuiscono attivamente all’integrazione sociale e alla promozione sociale ambientale e culturale della città e del territorio. Le specificità e la loro lunga esperienza in ambito associativo, hanno permesso di sviluppare il progetto comune che avrà anche lo scopo di riqualificare lo storico chalet e la villa comunale come luogo di cultura, solidarietà e di rilancio del volontariato e terzo settore.


Lo Chalet e la villa comunale di Mesagne

Articolo ricavato da “SCHEDA D’INVENTARIO: La Puglia dei Giardini storici. Guida alle architetture vegetali pubbliche” e da www.quimesagne.it/il-pozzo-di-san-sebastiano-e-la-prima-foto-di-mesagne-di-cosimo-pasimeni/

Lo chalet delle associazioni è una architettura degli anni 20-30 del secolo scorso più o meno coeva della fontana centrale della villa inaugurata nel 1928. Fu edificato secondo il tipico stile “impero” di epoca fascista. La sua storia è incastonata in quella della Villa Comunale, simbolo verde della città di Mesagne. In origine uno chalet, poi divenne bar, sede di concerti musicali, infine sede infopoint per poi essere chiuso per diversi anni. Lo scrivente ricorda le partite a biliardino negli anni 90 dentro quello che era il bar.

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Notizie storiche sulla villa comunale

Compresa tra Via Guglielmo Marconi, Via Tenente Ugo Granafei, Via Boemondo Normanno e Piazza Vittorio Emanuele II la Villa Comunale, con i suoi 1,5 ettari, è il polmone verde della Città. E’ un motivo di orgogolio per i mesagnesi memoria della lungimiranza delle generazioni che furono.
La denominazione attuale è Villa Comunale, ma quella storica è Villa Umberto I. Questa denomazione dedicata al re d’Italia ucciso in un attentato dall’anarchico Bresci risale al 6 novembre del 1900; sino a quella data veniva indicata come ‘giardino Scarano’ o “fondo Scarano” nei pressi del quale era localizzato il Calvario.
La dedica all’autoritario e poco amato “re mitraglia” fu rimossa e la villa comunale divenne semplicemente “Villa Comunale”.

Fu nella seconda metà dell’Ottocento che si decise, a seguito di interventi sulla strada che conduce alla stazione ferroviaria, di spostare il Calvario che era qui collocato e sistemare a giardino circa un ettaro di quell’ampia spianata nota nell’800 come ‘fondo Scarano”.

Antica veduta di Mesagne datata da Pasimeni tra il 1890 e 1894. A sinistra il pozzo Scarano


Il fondo o giardino Scarano era una zona paludosa, che aveva costituito a lungo una difesa naturale per il vicino Castello normanno-svevo. Al 1873 risale una delibera comunale nella quale si fa per la prima volta riferimento alla possibilità di acquistare il fondo Scarano per ragioni di igiene pubblica, vista la salubrità dell’area in quella zona. Il fondo Scarano era in parte di proprietà del sig. Vincenzo Durelli e in parte di proprietà del marchese Imperiale. Al 1877 risale una delibera del Consiglio Comunale in cui si manifesta la volontà di edificare una villa su quel fondo ‘la edificazione di una pubblica villa’. Nel 1883 la delibera del Consiglio Comunale, sindaco Antonio Pasimeni, che ha per oggetto la ‘costruzione di una villa pubblica sul giardino Scarano’. In essa si riferisce che, considerato il bilancio comunale, i lavori di costruzione potranno iniziare solo nell’anno 1884, su progetto, presentato dalla apposita commissione del comune, dell’architetto Nicola De Pace. L’acquisto del fondo Scarano-Imperiale si determina in diversi atti, nell’arco temporale compreso tra il 1887 e il 1920. La piantumazione degli alberi di leccio perimetrali risalirebbe invece all’ultima decade del 1800, come testimoniano alcune delibere comunali conservate nell’Archivio Storico, mentre la sistemazione ad aiuole con altre specie alboree sia di epoche successive.

Foto scattata secondo Cosimo Pasimeni per il funerale del Dott. Annibale Cavaliere del 3 Dicembre 1894


Al 1896 i pagamenti per lavori intervenuti ai giardini del fondo; al 1897 i lavori di sostituzione degli alberi seccati dei giardini pubblici con altri nuovi, le spese per la ‘rimonda fatta agli alberi’, l’acquisto di 20 alberi nuovi in sostituzione di quelli vecchi seccati, le spese per la potatura e innaffiatura degli stessi, l’acquisto di 50 alberi di platano (di cui non v’è più traccia).
Nel 1895 la colonna votiva della Madonna del Carmine che era prima collocata nel centro storico presso Piazza Municipio, viene collocata in Villa Comunale. Segno questo della crescente importanza e rilevanza della Villa come spazio pubblico.
Il 6 novembre del 1900, dopo l’attentato e uccisione del re d’Italia Umberto primo, cambia la denominazione da “Giardino Scarano” a “Villa Umberto I”

Foto scattata in occasione del giubileo del 1901 in cui è visibile la colonna votiva e gli alberi di Leccio collocati nella Villa Comunale allora Villa Umberto I


In Archivio un documento del 1929, firmato dall’allora prefetto di Brindisi che chiede chiarimenti in merito alla situazione della Villa Comunale, con riferimento alla concessione del fondo Scarano a un floricoltore per 15 anni ‘allo scopo di impiantarvi un giardinetto’. Sino alla realizzazione delle aiuole, l’intero suolo era sterrato.
Nel 1945 si ha notizia di una ‘sistemazione della Villa Comunale’ da una delibera comunale.
Nel febbraio 2003 è stata sostituita la lastra lapide devozionale ai piedi della colonna votiva, con una nuova, sempre in pietra. Nel corso del 2012 è avviato un progetto di restyling, terminato nel 2013, che ha interessato in modo particolare la pavimentazione della villa, durante il quale sono stati rinvenuti cocci e altro materiale di interesse archeologico.



Caratteri ambientali e architettonici


La Villa Comunale si sviluppa su una superficie di circa 15000 mq. L’impianto attuale è quello tipico del giardino all’italiana, con filari alberati, suddivisione geometrica degli spazi con aiuole e siepi e un ampio spiazzo centrale verso cui convergono i viali periferici, dotati di panchine. Lo spazio è suddiviso in aiuole curvilinee di diversa grandezza, delimitate da bassi cordoli in mattoni di pietra e, alcune, da basse siepi; lungo tutto il perimetro del giardino, piccole aiuole quadrate di dimensione uniforme accolgono alberi di leccio. L’attuale sistemazione delle aiuole risale agli anni ’80.
Risale invece agli anni ’90 l’area giochi sistemata nello slargo centrale, con attrezzature ludiche sistemate in aiuole curvilinee a prato sintetico e vialetti interni; completano l’area panchine colorate in ferro sagomato e un campo da pallacanestro con pavimentazione in gomma.
Risultano disposti su un unico asse Ovest-Est gli elementi architettonici “storici”. Verso Ovest, prospiciente via Boemondo Normanno, lo “Chalet”, padiglione in muratura risalente agli anni ’30 utilizzato, nel tempo, come caffè e sede di concerti, quindi come Infopoint; attualmente è dismesso.
Nel piazzale centrale una fontana in pietra, inaugurata nel 1928. Circondata da un basso basamento litico interrotto da quattro aperture, la fontana poggia su un gradino circolare su cui si imposta una vasca quadrilobata, sormontata centralmente da quattro conchiglie e altrettanti animali marini fantastici; al culmine, un’altra vasca quadrilobata di dimensione più ridotta.
Muovendo in direzione Est, quattro pilastrini in pietra sormontati da fioriere segnano inizio e fine di un viale – fiancheggiato da panchine – che conduce alla colonna votiva dedicata alla Madonna del Carmine, prospiciente piazza Vittorio Emanuele II. Precedentemente collocata nel centro storico, la colonna fu trasferita in Villa nel 1895; nella pavimentazione antistante è inserita una lastra marmorea commemorativa, realizzata nel 2003 in sostituzione della precedente, danneggiata. 


Pavimentazione in basolato in pietra, realizzata nel 2013 in sostituzione della precedente in cemento risalente agli anni ’60, che aveva sostituito a sua volta l’originaria pavimentazione in stabilizzato;
Elementi di arredo urbano sono: alcune cabine telefoniche, contenitori per i rifiuti, panchine in ferro, cartello informativo sulla storia della Villa, pali per l’affissione di manifesti pubblicitari, rastrelliere per le biciclette, cartellone illustrativo con lo stradario della città di Mesagne; impianto di illuminazione; viali che convergono verso il centro; aiuole curvilinee di diversa grandezza delimitate da cordoli in mattoni di pietra; piccole aiuole quadrate della stessa misura che accolgono i lecci perimetrali; l’attuale sistemazione delle aiuole risale agli anni ’80; quattro chioschetti; bagni pubblici; area giochi, realizzata negli anni ’90, con attrezzature ludiche sistemate in aiuole curvilinee a prato sintetico e vialetti interni; completano tale aerea panchine in ferro sagomato con disegni, di diversi colori.


Fontana centrale in pietra, inaugurata nel 1928, circondata da un basamento litico interrotto da quattro aperture; la fontana poggia su un gradino circolare, su cui si imposta la vasca quadrilobata sormontata da conchiglie a quattro animali marini fantastici; nella parte superiore un’altra vasca quadrilobata più piccola.

Colonna votiva della Madonna del Carmine, poggiante su tre gradini ottagonali di diversa superficie, all’interno di un’aiuola anch’essa ottagonale; lastra marmorea commemorativa sul pavimento antistante la colonna votiva, realizzata nel 2003, in sostituzione della precedente danneggiata; cabina per fototessere; quattro pilastrini in pietra sormontati da fioriere, in prossimità della colonna votiva; cartello informativo sui divieti inerenti all’uso del giardino.


Condizione giuridica (protetto da vincolo o strumento urbanistico) Protetta da vincolo ope legis. Proprietà (ente o istituto legalmente riconosciuto ecc.). Comune di Mesagne. Il bene è sempre accessibile al pubblico. _________________________________________________________________

Fonti e documenti
G. Giordano, Mesagne, fra le immagini del passato. Catalogo delle cartoline (1901- 1986), ed. Grafischena, Fasano 1986.
https://www.giardinidellapuglia.it/i-giardini/brindisi-1/mesagne/
Inventario post-unitario dell’Archivio Storico del Comune
www.comune.mesagne.br.it
www.mesagnesera.it
www.archiviostorico.comune.mesagne.br.it

Galleria di immagini

La targhe con i loghi delle 6 associazioni che interverranno direttamente nella gestione dello Chalet.

Umberto I “re mitraglia

La villa comunale era stata dedicata a Umberto primo nel 1900 anno della sua morte in un attentato ad opera dell’anarchico pratese Gaetano Bresci. Re Umberto primo soprannominato dagli Anarchici “re mitraglia” per la sanguinosa repressione delle manifestazioni popolari a milano del 1898 fu un re autoritario conservatore e fu coinvolto nello scandalo della Banca Romana. https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_I_di_Savoia

Il tipografo e serigrafo Raffaele Castorini mentre colloca l’insegna della casa comune delle associazioni.
Evento organizzato dalla Associazione Pari Opportunità che è parte della cordata elle associazioni che gestiranno lo Chalet

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