L’incontro tra dirigenti AQP e ambientalisti del 12 Aprile nella sede dell’acquedotto Pugliese a Bari per una gestione partecipata della fruizione della ciclovia AQP
Sono stati affrontati a tutto campo gli aspetti della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese nel corso di un incontro che si è svolto mercoledì 12 aprile a Bari presso il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese.
Tra questi la fruizione ciclopedonale della strada di servizio, dei ponti canale e del demanio idrico del Canale Principale, le criticità del progetto esecutivo in fase di approvazione, la gestione e valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale.
Una delegazione di ambientalisti composta da Antonio Licciulli, Roberto Guido (Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese), Francesco Venezia (coordinatore Fiab di Puglia e Basilicata) e Ruggero Ronzulli (presidente regionale di Legambiente) è stata ricevuta dal presidente di Acquedotto Pugliese, professor Domenico Laforgia, dall’ingegnere Gaetano Barbone (Responsabile Ingegneria di Aqp) e dall’ingegnere Massimo Pellegrini (Responsabile dell’Area Ingegneria di Progettazione della Direzione Ingegneria di Aqp), in un incontro cordiale e costruttivo.
Gli ambientalisti hanno indicato la necessità di guardare alla Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese con una visione strategica per il turismo sostenibile, sottolineando come nell’analisi swot del rapporto Isnart-Legambiente sul cicloturismo in Italia, sia indicato come primo punto di debolezza l’“insufficiente visibilità internazionale, soprattutto per la mancanza di itinerari realmente iconici a livello globale”, esattamente quello che la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese potrebbe essere se solo si rimuovessero i problemi burocratici che ne impediscono la promozione.
Gli ambientalisti hanno indicato come prioritaria la fruizione ciclopedonale in sicurezza della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese che includa camminatori, diversamente abili, bambini. Nonostante l’esplicita pressante richiesta Acquedotto Pugliese in sintonia con la Regione, ha assunto l’impegno a rendere ciclopedonale l’itinerario, una volta realizzata l’opera e superati i problemi esistenti, in modo da non bloccare l’iter realizzativo.
Il Coordinamento dal basso, pur apprezzando il progetto esecutivo in fase di approvazione in conferenza dei servizi per i tratti da Castel del Monte a Locorotondo, per aver accolto gran parte delle osservazioni del tavolo nazionale presso il Ministero, ha fatto presente una serie di criticità ancora presenti, tra cui l’assenza della previsione delle colonnine di ricarica per le bici elettriche lungo il percorso, inspiegabilmente ignorate nonostante l’altissima diffusione delle e-bike. I tecnici hanno assunto l’impegno di recepire il suggerimento, inserendole nei punti di ristoro già previsti nel corso dell’itinerario.
Il coordinamento ha anche chiesto siano previsti più punti d’acqua soprattutto nelle zone più lontane dai centri urbani.
Si è sollecitato un piano per la gestione dell’infrastruttura rimuovendo quei problemi burocratici che ancora oggi impongono quei cartelli “Divieto di accesso-Proprietà privata” presenti ai varchi d’accesso alla pista di servizio. A questo proposito è stata sollecitata l’adozione di uno specifico regolamento d’uso, consegnando ai tecnici di Aqp un documento tipo di un’esperienza simile relativa al caso villoresi Ticino.
Il Coordinamento ha fatto presente la necessità non solo di realizzare fisicamente la pista ma di mettere in atto una strategia di valorizzazione dello straordinario patrimonio di archeologia industriale presente lungo tutto il percorso (ponti canale, edifici di ispezione, case cantoniere, impianti di sollevamento, ecc.). A questo proposito è stato chiesto di ripristinare la possibilità di visite guidate alla Centrale idroelettrica Battaglia di Villa Castelli che fino a qualche anno fa possibile con prenotazione tramite mail, anche perchè il sito sarà presto fruibile grazie all’apertura di un altro tratto di pista in fase di completamento. Acquedotto Pugliese ha accolto l’invito a provvedere alla riapertura delle visite guidate alla centrale.
Infine, sotto il profilo della necessaria narrazione della Ciclovia, sollecitata dal Coordinamento, Acquedotto ha annunciato la prossima apertura di un portale web, mentre il Coordinamento ha proposto l’organizzazione di iniziative di promozione che riprendano il filo interrotto della Cicloesplorazione promossa nel 2016. Si è concordato di mettere a punto iniziative da concordare comunemente sul tracciato della ciclovia e della pista di servizio già partire dai prossimi mesi. Azioni che possano avviare un’adeguata promozione in grado di attirare centinaia di cicloviaggiatori da tutta Europa.
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Le Foto del Palazzo dell’acqua
Cos’è il Palazzo dell’Acqua
Con provvedimento del 1924, l’ing. Gaetano Postiglione, Regio Commissario dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese, affidò al trentunenne Cesare Vittorio Brunetti, avventizio presso l’acquedotto da soli 16 mesi, il progetto per la costruzione di un edificio nel borgo murattiano, che fosse testimonianza perenne della storica conquista dell’acqua e, al tempo stesso, sede degli uffici tecnici e amministrativi dell’Ente. Sette anni trascorsero perché la città di Bari e la Puglia intera potessero ammirare questo splendido esempio di romanico pugliese di transizione, come fu definito dallo stesso Brunetti.
Il palazzo è la tangibile espressione dell’antico, grande progetto realizzato: portare l’acqua buona in Puglia, anche grazie alla collaborazione delle popolazioni dell’Irpinia e della Lucania, e rendere produttiva una terra cronicamente assetata, migliorando le condizioni di vita dei suoi abitanti.
La storia di questa impresa scritta nella pietra è raccontata con simbolica efficacia dal genio del decoratore Duilio Cambellotti attraverso una ricca galleria di dipinti murali, di sculture, di mobili e altre forme decorative. Va precisato che il termine “decoratore” va inteso in senso storico; per Cambellotti “decorare” significò intervenire sul progetto delle tre facciate, progettare l’immagine di ogni particolare degli interni: dai soffitti ai pavimenti, dalle porte alle finestre, dalle pitture alle sculture per le pareti, dai mobili ai soprammobili, alle vetrate, ai tappeti, all’illuminazione, agli ascensori. Tutto questo per fare del Palazzo di Acquedotto Pugliese di Bari un ideale e, al contempo, un concreto “laboratorio” per la sua genialità creativa.