Il 16 novembre i Cicloamici hanno manifestato per il diritto di accesso e la dignità dei pedoni sulla Ciclovia AQP
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L’impegno ventennale dei Cicloamici per il diritto di accesso
La strada di servizio e i ponti canale insieme con la condotta idrica del Canale Principale dell’acquedotto del Sele Calore sono demanio (statale e poi regionale) dal 1906. Rappresentano un patrimonio collettivo unico da tutelare e valorizzare. Per oltre cento anni questa sottile striscia di terra lunga 244Km si è salvata dalla cementificazione dallo sfruttamento agricolo e industriale preservando risorse naturali (boschi di quercia, macchia, peri selvatici , orchidee..) ed un patrimonio di archeologia industriale unici al mondo. In altre parole la Ciclovia AQP non è banalmente una “pista ciclabile” come alcuni progettisti hanno erroneamente inteso ma un corridoio ecologico, una Via Verde. Percorrere la via verde dell’acquedotto nella Murgia dei Trulli è come andare lentamente alla scoperta del patrimonio di natura incredibilmente preservato, delle antiche masserie, dei canali di scolo, dei trulli e dei pignon, delle aree terrazzate sostenute da muretti a secco, delle fogge e degli acquari.
Considerare la Ciclovia AQP una “pista ciclabile su sede propria” significa escludere ingiustamente e immotivatamente dalla fruizione pedoni e persone diversamente abili. Significa cioè ledere gravemente il diritto costituzionale di pari dignità sociale (art.3). Già dalla apertura del primo tratto di itinerario risalente al 2014 è innegabile ed evidente a tutti: gli escursionisti appiedati sono gli utenti più numerosi. Sono anche gli utenti deboli da proteggere da coloro i quali intendono la ciclovia come un circuito fuori strada per agonismo e competizione.
La direttiva ministeriale 375 del 2017 di istituzione del sistema delle Ciclovie Nazionali di cui la ciclovia AQP cita esplicitamente che gli itinerari ciclopedonali sono ammessi nella progettazione e addirittura afferma che le strade ciclopedonali sono le più sicure e da considerare di livello ottimo quando sono su sede propria come nel caso della Ciclovia AQP. La indicazione di istituire una pista ciclopedonale fu inviata dal ministero dei trasporti alla regione Puglia nel 2021 e ingiustamente non recepita. In altre regioni (Toscana, Lombardia ..) le infrastrutture analoghe si sono convertite o si stanno convertendo in ciclopedonali.
La nostra è una battaglia civile per la pari dignità e per la sicurezza e tutela dei pedoni, è anche una battaglia ambientalista per la tutela e valorizzazione di un patrimonio naturalistico unico. Siamo pronti a sostenerla nelle piazze, lungo le vie, nelle sale consiliari degli enti locali e sui tavoli tecnici. Da venti anni lo facciamo e continueremo a farlo tenacemente finché il traguardo non sarà raggiunto.
Fotocronaca della giornata dell’inaugurazione
AQP vieta l’accesso ai pedoni comunicandolo alla stampa
Citando impropriamente il DM375 2917 , AQP vieta l’accesso ai pedoni dichiarando che la Ciclovia AQP è soltanto una pista ciclabile.
Il D.M. del MIT 375 2017 non afferma che i pedoni non possono circolare al contrario. E il ministero dei trasporti con una nota del marzo 2021 prescriveva alla Regione Puglia la raccomandazione di realizzare come Ciclopedonale la Ciclovia AQP. Indicazione disattesa dalla regione. I sindaci di Ceglie Messapica, Villa Castellie, Martina Franca hanno espresso la loro indicazione di garantire l’accesso ai pedoni. Domenica anche il vicesindaco di Cisternino ci ha garantito il suo appoggio. Siamo in contatto con i maggiori esperti nazionali di mobilità sostenibile compresi i consulenti del MIT che hanno redatto il 375/2017 e siamo pronti a incontrarla e incontrare i tecnici della regione e AQP su un tavolo tecnico. La conversione a ciclopedonale può divenire da subito ciclopedonale e a costo minimo. I sindaci mi hanno anche indicato che sono pronti a emettere ordinanze in merito per preservare la sicurezza dei pedoni