Li Castelli a Manduria

Un area archeologica di quasi 50 ettari conserva i resti di una antica e misteriora città messapica

Domenica 4 ottobre guidati da Piergiorgio Mossi, i cicloamici hanno esplorato per la seconda volta il sito archeologico di Masseria Li Castelli. Situato su una collina a 112 metri di altitudine e 5 km. a sud di Manduria. Il sito ci parla di una città messapica che ha avuto una continuità abitativa di 6 secoli tra VIII secolo A.C. ed il III secolo. L’intera area si sviluppa su una superficie di quasi 50 ettari (confronta le misure effettuate mediante aerofotogrammetria). La cinta muraria più esterna misura una circonferenza di 2,56Km. Il sito è molto simile come conformazione, dimensioni e muratura a quello di altre città messapiche. Ad esempio quella di Muro Tenente (tra Latiano e Mesagne).
La posizione e la quota del sito consentono di dominare con la vista un ampio territorio: si vede il mare, Manduria, Sava, e finanche Oria.
I primi studi de “Li Castelli” risalgono al 1964, opera di Leo e Franciolini, che individuarono tre cerchie difensive concentriche.
Agli inizi degli anni ’80 il soprintendente archeologo dott. A. Alessio, e la dott.ssa Lucia Lepore dell’Università di Firenze hanno collocato il sito nel contesto storico della civiltà Messapica.
Nel 1989, gli scavi della prof.ssa Lepore portano alla luce una necropoli di 13 tombe nella zona meridionale del sito, fra la prima e la seconda cerchia muraria. Queste sono per la maggior parte a cassa, a fossa rivestita in lastroni di calcarinite, tutte con tracce d’intonaco.
Sono state anche scoperte le fondazioni di un edificio con lastre da pavimentazione trovati in un ambiente non coperto, tali da far supporre che si tratterebbe di un edificio residenziale, appartenuto a genti di elevata posizione sociale.
Due allineamenti murari a ridosso della prima cerchia muraria, di pianta rettangolare con una larghezza piuttosto ridotta e con ogni probabilità aperta verso sud ad un sontuoso edificio non di natura abitativa. La prof.ssa Lepore ha ipotizzato una relazione con la cinta arcaica dell’acropoli (la prima cerchia), assumendo la funzione di divisione e organizzazione dello spazio, forse in relazione alle diverse funzioni delle aree e alla loro pertinenza a specifici gruppi sociali e familiari, da riferirsi al V-IV sec. a.C.
Il sito a sud-ovest della cinta più interna sempre secondo Lucia Lepore dell’Università sottende un complesso ellenistico con connotazioni cultuali . Le più antiche testimonianze di strutture connesse a cerimonie di tipo collettivo nel sito sono costituite da due escharai all’interno di questa cinta muraria utilizzate per l’espletamento di rituali di libagione con consumo di vino e carne,secondo pratiche testimoniate in altri siti del Salento. 
Ulteriori indagini hanno accertato una presenza precedente al periodo messapico, riferita al neolitico antico (VI-V millennio a.C.) nell’acropoli.
Il sito de “Li Castelli” è stato abbandonato nel III sec. a.C. più o meno quando venivano abbandonati Manduria e Muro Tenente (tra Latiano e Mesagne).
Durante le guerre annibaliche i messapi si allearono ad Annibale e si ipotizza che le ritorsioni romane furono tremende. Manduria nel 212 era stata conquistata da Annibale. Nel 209 A.C. venne presa e rasa al suolo dai romani.
Mentre fonti letterarie ci danno notizia del saccheggio e della conquista dei romani della città messapica di Manduria, nulla ancora si sa circa l’abbandono del popolo messapico che abitava “Li Castelli”.
L’intera area de “Li Castelli”, è sottoposta a vincolo archeologico dalla Soprintendenza di Taranto. Non è però segnalata e solo occhi attenti possono individuare il posto. Da individuare e denunciare i rifiuti urbani depositati nelle strade adiacenti l’area.

Sitogafia
L’articolo dei cicloamici è una veloce e libera reinterpretazione di materiali disponibili su Internet. Citiamo le fonti principali:
https://www.archeomedia.net/manduria-ta-il-sito-archeologico-de-li-castelli-ed-un-futuro-parco-archeologico/
https://www.parcoarcheologicomanduria.it/le-mura-messapiche/
https://www.lavocedimanduria.it/rubriche/13492/ai-piedi-del-monte-del-diavolo
https://flore.unifi.it/handle/2158/239433?mode=full.24#.X3wRiJMzYsk

Piergiorgio Mossi in giallo canarino: la nostra guida appassionato esploratore in bicicletta. Impossibile disarcionarlo per fargli fare un itinerario a piedi. Gli occhiali sono a realtà aumentata
I terreni agricoli sono costellate da monumentali pagghiare. Costruzioni a secco in falsa volta
fotogrammetria dell’area archeologica che evidenzia le dimensioni ed il perimetro. Dai calcoli fatti grazie a Google Map il sito si estende per oltre 48 ettari e la cinta muraria esterna è lunga 2,56Km. Abbiamo evidenziato con la polilinea la prima cinta muraria. Con un poco di sforzo e fantasia possono distinguersi le cinte murarie più interne.

Lieve pedenza, leggera fatica ed in poche centinaia di metri si giunge all’altura in corrispondenza della seconda cinta muraria de Li Castelli. Un panorama incantevole compensa i cicloarcheologi.
Necropoli messapica e sullo sfondo l’acropoli. Le tombe sono del tipo ponumenntale costruire con blocchi monolitici in calcarenite perfettamente squadrate.
Il varco della seconda cinta muraria
vista panoramica dalla seconda cinta muraria
Filippo su una ruota
Ai margini dell’area archeologia Masseria Li Castelli
Un altra vista di masseria Li Castelli
Un paesaggio incantevole quello tra Li Castelli, Masseria Cuturi e il Monte dei Diavoli che vediamo in questa foto

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