I cicloamici impegnati in un trekking. Filo narrativo la storia di Seppe ‘u Padreterno. Sullo sfondo un percorso di storia e paesaggi nella incantata Murgia dei Trulli nelle contrade: Pascarosa, Satia, Montereale.
Girovagando per gli oltre 800 km di strade rurali di Ostuni, immersa negli ulivi secolari può capitare di inciampare in una piccola stazioncina ferroviaria delle Ferrovie del Sud Est.
Ti trovi nella Contrada Pascarosa. A noi uomini moderni può sembrare insensato il mettere una stazione (ancora funzionante) in piena campagna. Ma se hai la ventura di incontrare, nelle vicinanze della stazione, qualche vecchio contadino che voglia perdere 10 minuti potresti scoprire la storia di quella stazione.Il protagonista della nostra storia nasce a fine ‘800 a Ceglie Messapica. Il suo nome, per l’anagrafe del Regno d’Italia, è Giuseppe Argentiero. Ma questo non te lo racconta il contadino. Lui ti racconta di Seppe li Serre oppure Seppe ‘u Padreterno (soprannomi dell’Argentiero).Era un masciaro o guaritore (sapeva anche predire il futuro, ma lo faceva di rado e senza piacere essendo dell’idea che certe cose i cristiani non le devono fare). Aveva combattuto la Grande Guerra dove, sosteneva, aveva imparato molte cose lavorando in infermeria. Queste conoscenze, applicate alle altre, che aveva acquisito da bambino dai contadini del posto sul potere delle erbe e delle radici che nascono spontaneamente nei campi, avevano fatto di lui un guaritore formidabile. Seppe Li Serre prestava la sua opera gratuitamente, riusciva a vivere grazie agli omaggi in natura che la povera gente gli riconosceva (una forma di caciocavallo, un sacco di farina, un orcio di olio buono…). Seppe ‘u Padreterno non riceveva tutti, aveva le sue antipatie. Se riceveva di malavoglia i gran signori compresi quelli che venivano da lontano, si rifiutava di ricevere, nel modo più assoluto, i fascisti che non gli andavano proprio giù. Ma il Palmarini, una personalità del luogo legatissima al regime fascista, insisteva perché Argentiero non rifiutasse di aiutare i ‘camerati’. Le forti pressioni e, probabilmente, qualche minaccia convinsero Seppe. Ma pose come condizione che il Palmarini intervenisse con il regime affinché Pascarosa, mal servita dalle strade e di fatto tagliata fuori dal mondo, avesse la Stazione. Il Palmarini riusci ad accontentarlo.
E la stazione di Pascarosa fu edificata. E nei primi anni risultò molto importante proprio per agevolare il flusso dei malati che accorrevano da Seppe… Un ultima storia ci racconta il nostro anziano amico. Ci dice che tra quelli che bussarono alla porta di Seppe ‘u Padreterno ci sia stato niente meno che Vittorio Emanuele III. Mentre all’indomani dell’8 settembre il Savoia era in fuga da Roma verso Brindisi, strada facendo volle consultare il nostro indovino, la cui fama evidentemente era giunta sino a Roma. Seppe lo ricevette. Di certo si sa solo che il Savoia uscì da casa sua “scuro in viso”. Cosa gli disse? Nessuno dei due raccontò mai pubblicamente cosa avvenne durante l’incontro. Ma probabilmente il Seppe in qualche fredda sera d’inverno scaldata da del buon vino rosso si lasciò scappare qualche parola.Forse l’Argentiero gli disse che una volta andato via dall’Italia vi avrebbe fatto ritorno da morto e neanche presto (come difatti è avvenuto). O forse ne approfittò per togliersi uno sfizio : il signor Argentiero si rifiutò di prestare i propri servizi per un Re che non aveva impedito l’ascesa del fascismo, che aveva acconsentito all’alleanza con la Germania, alle Leggi Razziali e al gratuito ingresso in guerra e che infine nel momento del massimo bisogno se l’era squagliata come l’ultimo disertore.Come ultima nota ci racconta che il nome della contrada deriva dai nomi delle due mogli del Palmarini, Pasqua e Rosa.
Salutandoci si raccomanda di proseguire fino al Borgo di Pascarosa dove possiamo ammirare la chiesa rurale, dedicata a Maria Santissima Vergine del Monte Carmelo, ricavata in precedenti ambienti domestici. Nella piazzetta antistante la chiesa c’è un bel Calvario, opera di artisti locali.Nel nucleo più antico del villaggio parte una bella e piacevole passeggiata durante la quale è possibile ammirare antiche architetture in pietra a secco, muri, corti e casedde tra paesaggi di ulivi, orti e frutteti, tutto ordinatamente coltivato e recinato da muretti in pietra. Si giunge davanti a una Specchia monumentale, la cui forma rimanda a più remoti monumenti di pietra simili, facenti parte di un sistema difensivo del territorio.
Si giunge, infine, al Trullo Sovrano, tipico della Valle d’Itria. Si tratta di un grande trullo con un primo piano ricavato nell’ampio cono, da cui il nome: vano di sopra – trullo soprano – trullo sovrano. Di trulli Sovrani è piena la Valle d’Itria, ma quello di Pascarosa, inserito in un complesso di trulli, è particolarmente gigantesco.
Trekking dei cicloamici a Pascarosa del 2 febbraio 2020
Pascarosa è un incantevole borgo contadino nel cuore della Murgia dei Trulli nel territorio di Ostuni. Collocato su una serra si trova su un punto particolarmente panoramico. Fu resa celebre dal mago/guaritore “Seppe li sierri” Giuseppe delle Serre. La presenza della fermata FSE poco lontano consentì nel secondo dopoguerra un incredibile flusso di persone in cerca di guarigione.
Itinerario paesaggistico e naturalistico nella murgia dei trulli. Nella escursione attraverseremo boschi di querce, masserie, uliveti. Incroceremo fogge, asini, cavalli pecore e mucche. Scavalcheremo muretti a secco e percorreremo antichi tratturi dimenticati.
Percorreremo circa 12Km da Pascarosa fino quasi a Cisternino in un percorso ad anello.
Vi è un minimo dislivello di 90 metri.
Punto di ritrovo: Chiesetta di Pascarosa, Pascarosa Ostuni (link: https://goo.gl/maps/7PdPuwR4T3znATkQ6 )
Punti di interesse principali e indimenticabili: Trullo Sovrano, Masseria Satia, Masseria Montereale.
Pranzo: Colazione a sacco con la solita sorpresa gastronomica preparata dal capogita.
Rientro a Pascarosa entro le 15:30Info e capogita: Antonio Licciulli 3333744725 info@cicloamici.itDotazione:
– scarpe comode e (possibilmente) già testate da trekking o da ginnastica. Tenete conto che il piede gonfia e dunque evitate scarpe strette.
– pantaloni lunghi (per evitare di graffiarsi tra i rovi)
– acqua (1 litro )
– merenda leggera (tipo mela, snacks) facoltativa
– giubbotto leggero e antipioggia (non si sa mai)
– macchina fotografica