CICLOweb |
|
|
||||||
Miniera:
lo
strumento in mano ai giovani per cambiare se stessi e la società
Documenti e opere artistiche che ripercorrono la storia di Miniera |
|||
|
Anno 1995 Riflessione sull'identità di Miniera La relazione che segue faceva parte della documentazione presentata alla regione nel 1995 per ottenere il riconoscimento regionale ed essere iscritta nell'albo delle associazioni di volontariato.
Il
Centro Sociale Miniera (CSM) si e' costituito a Mesagne tramite una
pubblica assemblea costitutiva il 29 luglio 1993 dandosi forma giuridica
di associazione di volontariato e solidarieta' (art.36 cod. civile). Il
gruppo di giovani riunitisi nella assemblea costitutiva, gia' da tempo
aveva intrapreso un cammino comune teso a dare vita ad un centro di
aggregazione giovanile particolarmente attento a evidenziare e combattere
i fenomeni di emarginazione presenti sul territorio, portando avanti una
forte rivendicazione di spazi di aggregazione sociale elaborando una forma
organizzativa aperta democratica e indipendente. Il
cammino comune intrapreso dai giovani ha portato ad una intensa
elaborazione di idee proposte ed infine alla definizione di un comune
sentire e di una identita' collettiva propria ed originale. Tra
tanti pregiudizi e tanta indifferenza il CSM nasceva come un gruppo di
giovani che rivendica uno spazio di aggregazione per se e per tutti i
giovani mesagnesi. Questo spazio prima ancora di essere uno spazio fisico
e' spazio mentale, uno spazio aperto in cui ritrovarsi per scoprire la
pratica dell'associazionismo, del volontariato e della solidarieta'. Miniera
e' dunque un gruppo di persone che si e' reso capace di essere promotore e
trainante di iniziative e attivita', capace di progettare e realizzare con
inventiva, intelligenza e capacita', iniziative, strutture e servizi
attraverso i quali dare un contributo significativo alla crescita
sociale culturale e civile del proprio paese. In
questa ottica sono state progettate e realizzate quelle iniziative che
hanno fatto incuriosire anche i mezzi di informazione: la rassegna
cinematografica all'aperto, i concerti rock, i partecipatissimi corsi di
lingue di ballo, il concorso fotografico, il circolo ed il torneo di
scacchi, le iniziative a favore dell'ambiente. Sotto
la superficie di cio' che fa clamore rimane il punto cruciale del caso
Miniera: un gruppo di giovani vivono insieme una esperienza di vita e di
azione pro-sociale. Questi
giovani si riuniscono, convocano riunioni e assemblee, assumono decisioni
e portano avanti azioni che durano nel tempo grazie al loro impegno
volontario, entusista e qualificato. Nascono
e crescono in questo contesto capacita' individuali, imprenditorialita'
sociale, relazioni tra individui che permettono azioni di integrazione
sociale. Caduti
oramai i pregiudizi della gente che vedevano il Centro Sociale come luogo
di devianza, giovani e non si avvicinano alla esperienza dei Minatori per
proporre idee e progetti: il concorso di poesia, il corso per diskjokey,
il cabaret, la rassegna di musica jazz, il concerto di musica etnica e
mille altri. Miniera appare finalmente ai mesagnesi per quello che e': uno strumento in mano ai giovani per partecipare attivamente alla vita sociale, uno strumento attraverso cui esprimere se stessi, le proprie idee e la propria voglia di fare.
Anno 1996 Agire con una visione e con un progetto Miniera stipula con il comune di Mesagne una convenzione per la gestione di progetti contro l'emarginazione giovanile. Elabora e sottomette progetti per potenziare le proprie attività. Seguono stralci di progetti elaborati e attuati da Miniera.
il Centro Sociale Miniera (CSM) opera ormai da tre anni e mezzo per l’aggregazione giovanile, la prevenzione e il recupero di fenomeni di disagio e devianza sociale. Attraverso una apposita convenzione con il comune di Mesagne il CSM e’ attuatore dei progetti finanziati dal Ministero degli Interni in attuazione del DPR 309/90 in materia di prevenzione e recupero sulla tossicodipendenza. In questi anni il CSM e’ stato capace di operare con efficacia sul territorio comunale favorendo in alcuni paesi dell’area salentina l’avvio di esperienze analoghe di creazione di strutture e gruppi di promozione sociale e prevenzione del disagio. Il presente progetto vuole dare continuita’ alla azione del CSM potenziando le sue capacita’ di intervento sul fenomeno del disagio sociale. I dati del disagio sociale sul territorio sono: l'abbandono scolastico in costante aumento (1,5 % della popolazione studentesca in eta' dell'obbligo), i dati sul numero di minori affidati dal Tribunale per provvedimenti civili ai Servizi Sociali Territoriali (solo a Mesagne ben 133 casi), il numero di tossicodipendenti in carico al GOT nel 1995 dell’ unita' territoriale locale e' di 348 unita', ma soprattutto il numero di disoccupati della provincia di Brindisi che supera le 70.000 unita'. Il fenomeno disoccupazione affligge soprattutto le fasce giovanili della popolazione relegando migliaia di giovani ai margini della societa' in una situazione di alto rischio di esposizione a fenomeni di devianza e di depressione. Da una analisi attenta del sistema sociale economico e civile della provincia di Brindisi e' possibile collocare questa situazione di disagio sociale all'interno di una ben piu’ ampia situazione di crisi civile, sociale ed economica a cui le istituzioni ed il sistema nel suo complesso non riescono a dare opportune soluzioni. L’ incapacita' di essere attenti ai fenomeni di disagio, in particolare di quello giovanile, ha dunque radici profonde e va ricercata tra tutti quegli elementi che fanno del territorio un'area svantaggiata e periferica del Sud e che si traducono in ostacoli alla sua crescita civile, sociale ed economica: 1. un apparato produttivo incapace di reggere la sfida competitiva regionale, nazionale ed internazionale, posto in crisi negli ultimi 40 anni da una politica governativa mirata alla creazione di "cattedrali nel deserto" ed alla sovvenzione "a pioggia" di iniziative locali. Tale politica ha soffocato la vocazione artigianale ed imprenditoriale dell'area: i trasferimenti correnti a sostegno diretto del consumo ed i trasferimenti in conto capitale a bassa produttività hanno protetto una consistente fetta del sistema economico dalla disciplina del mercato; hanno spiazzato l'attività manifatturiera esposta alla concorrenza sui mercati nazionali e/o esteri; hanno ridotto il tasso di sviluppo dell'economia locale e contribuito ad aumentare la disoccupazione, soffocando nei giovani aspirazioni imprenditoriali e facendo nascere in loro un passiva aspirazione al lavoro dipendente. Gli allarmanti segnali della profonda crisi strutturale ancora prima che leggersi sulle pagine economiche dei giornali si possono oramai leggere sulle cronache nere: il caporalato, lo sfruttamento dei minori, gli incidenti sul lavoro. 2. La mancanza di stimoli culturali dovuti all’inadeguatezza e/o assenza di enti e strutture preposti alla promozione culturale che da una parte valorizzino e salvaguardino il patrimonio culturale tradizionale locale e dall'altra permettono aperture sui nuovi contesti nazionali e/o internazionali. 3. La difficile situazione della sicurezza pubblica messa in crisi dal diffondersi della criminalita' organizzata e non. Gia' dagli inizi degli anni ottanta infatti si comincia a parlare a Mesagne di infiltrazioni camorristiche tese al controllo del commercio della droga e della industria agricola-conserviera. Accanto al consolidarsi di una criminalita' organizzata si assisteva nel contempo al radicarsi di una criminalita' comune, alla formazione di una rete ben organizzata di spacciatori e quindi al diffondersi a macchia d'olio del fenomeno della tossicodipendenza. Negli ultimi anni il massiccio impegno delle forze dell'ordine ha consentito di porre un freno al dilagare della violenza e della criminalità'. 4. Il “rischio droga” collegabile sia alla presenza di un ampio e facile mercato, ma soprattutto alla specificità della “condizione giovanile “. Una condizione già difficile per le proprie caratteristiche intrinseche, che nel nostro contesto territoriale sopra descritto sono rese ancor più gravi dalle particolari situazioni strutturali ed economiche dove: sfruttamento lavorativo e disoccupazione predominano e le cui conseguenze si ripercuotono, inevitabilmente, sul piano dei comportamenti ed atteggiamenti giovanili. La presenza di un forte disorientamento valoriale e lavorativo, si correla alla strutturazione di inibizioni a livello psicologico le quali si traducono in immagini negative del proprio sé, nella perdita dell’autostima, nell’aumento dei sensi di colpa, nell’abbassamento della propensione progettuale e dell’attivismo, alla modificazione della propria personalità in senso inibitorio e riduttivo, fino a sfociare in comportamenti devianti e destrutturanti sia dal punto di vista individuali che sociali (droga, alcolismo, criminalità etc). Ne deriva quindi che agli ostacoli strutturali si affiancano quelli psicologici ma, se sui primi e’ estremamente arduo intervenire e su quelli psicologici, nell’ottica della prevenzione primaria e di una serie di interventi integrati che ci si puo’ attivare.
In questo contesto il CSM intende collocarsi come attore di cambiamento perseguendo i seguenti obiettivi generali: 1. la crescita e il rafforzamento della cultura della socialita' e della solidarieta' ossia della valorizzazione e del rispetto dell'altro. La valorizzazione del concetto di solidarieta' in particolare puo' assumere una valenza ed un significato rilevante ed universale e diventare un cardine dei processi di cambiamento. 2. l’intervento in favore dei soggetti relegati ai margini della vita sociale tramite un energica politica di rieducazione, incentivazione e reinserimento attivo. 3. l'innalzamento della propensione della società civile, ed in particolare dei giovani e delle istituzioni, alla cultura, alla scienza, alla tecnologia, all’auto promozione e al rischio di impresa; 4. l'incremento della sensibilità per i valori più pregnanti della cultura e del tempo libero : sport, attività scacchistica, attività cinematoriali, ballo, attività musicali, fotografia, attività per l'ambiente ecc. 5. l'apertura della società alle correnti della comunicazione nazionale ed internazionale, ad altre culture ed esperienze ed alla valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale locale. L'intervento di Miniera per rimotivare le giovani generazioni e costruire percorsi di prevenzione e recupero punta a rafforzare il senso di autostima, le capacita’ di autonomia decisionale, una maggiore predisposizione a instaurare rapporti e soprattutto a evitare comportamenti devianti, su questi fattori bisogna puntare. Sempre nel campo della prevenzione si intensificheranno gli sforzi per mobilitare tutte le risorse sociali ed istituzionali presenti sul territorio: Centro Ascolto, Associazioni di volontariato, Parrocchie, Servizi Sociali, Centro Sorriso, SerT, Scuole. Sempre con maggiore impegno si cerchera’ di rendere il Centro Sociale un luogo interassociativo per la progettazione congiunta di interventi sul territorio e per lavorare sul concetto di salute come espressione dell’equilibrio psico-fisico dell’individuo. Il progetto persegue l’obiettivo prioritario della prevenzione primaria del disagio giovanile e individua quali spazi di azione per attivita’ di recupero il coinvolgimento di soggetti a rischio all'interno delle attivita' e dei gruppi relazionali che si formano nella associazione. Un altro obiettivo che verra’ perseguito in maniera articolata sara’ l’aggiornamento culturale dei giovani che favorisca la acquisizione di conoscenze e di competenze professionali, la loro emancipazione ed il loro inserimento nel mondo del lavoro, stimolandone lo spirito imprenditoriale e creativo sviluppando capacità propositive, creative e progettuali. supportando nuove forme di comunicazione. La promozione sociale e culturale sara’ ad un tempo un ambito di lavoro ed un obiettivo da raggiungere. La promozione sociale sul terrritorio e’ da noi intesa come: animazione del tempo libero tramite la individuazione e valorizzazione di attivita’ aggreganti e formative da proporre ai giovani come alternativa e stereotipi comportamentali e all’apatia imperante. La aggregazione sui temi della valorizzazione di espressioni culturali ed artistiche eterogenee, riscoperta delle radici linguistiche culturali e musicali, apertura del territorio al contesto nazionale e/o internazionale al fine di evidenziare come gli accadimenti di carattere locale sono pesantemente connessi a scenari e dinamiche internazionali. Per perseguire questi obiettivi Miniera ha programmato una serie articolata di attivita’ che sulla base dell’esperienza acquisita e di ragionevoli previsioni saranno altamente aggregative e susciteranno l’interesse e l’impegno dei giovani. Le varie attivita’ sono state suddivise e verranno descritte in base alle finalita’ in due aree tematiche distinte: 1. le attivita’ inerenti l’aggiornamento culturale dei giovani 2. le attivita’ atte a valorizzare il tempo libero e renderlo pregnante di significati e di valori formativi 2. Strategie e metodi di lavoro La strategia di lavoro consistera’ nel valorizzare le capacita' dei giovani e la loro inventiva insegnando ed incentivando il metodo della progettazione e pianificazione. Come metodologia propria del Centro Sociale Miniera, per attuare le varie iniziative, vengono, di volta in volta formati dei gruppi di lavoro con la responsabilita' di organizzare e coordinare in autonomia il lavoro proprio e collettivo. Anche per le iniziative proposte nel presente progetto oltre all’apporto di persone esperte, verranno di volta costituiti quelli che nel moderno linguaggio imprenditoriale vengono chiamati team di progetto, gruppi di giovani volontari che, per ogni attivita' costituiscono il punto di riferimento in termini di capacita' operativa, organizzativa e creativa. Ci pare opportuno ribadire che anche la fase di stesura progettuale sia stata il frutto della capacita' propositiva e creativa di molti giovani che con sollecitudine ed entusiasmo si sono affiancati a Miniera nella stesura del presente progetto complessivo. La possibilita' di rendere attivi e dinamici i giovani e’ anche il meccanismo cardine attorno a cui scatenare meccanismi di integrazione sociale valorizzando sensibilita' diverse altrimenti destinate ad essere mortificate ed emarginate. Si puntera’ ad integrare a diversi livelli i tossicodipendenti che seguono gia’ un percorso di recupero negli altri servizi presenti sul territorio (SerT, Centro Ascolto, Centro Sorriso etc.) o di quei soggetti che comunque si ritengono ad alto rischio di marginalita’. Per avviare attivita’ e progetti, Miniera si impegnera' a garantire i seguenti processi · Il coinvolgimento e la partecipazione attiva del maggior numero di giovani, per la realizzazione delle attivita’ · Il coinvolgimento e l'inserimento di soggetti a rischio nei gruppi attivi di lavoro come metodo chiave per la integrazione sociale; · Lo studio attento delle condizioni al contorno e la organizzazione accurata e responsabile; · La gestione attenta delle attivita' inclusi i processi di definizione degli obiettivi e delle strategie nelle varie fasi intermedie; · La pubblicizzazione attenta capillare ed intelligente di tutte le attivita' rivolte all'esterno attraverso ogni mezzo di comunicazione individuabile;
|
Mesagne sul finire degli anni 80 e agli inizi degli anni 90 era in mano alla Sacra Corona Unita, tragico ingranaggio che con cinismo manipolava e spezzava vite
"Accendiamo Mesagne, usciamo dal buio", anno 1993, il gruppo di giovani che costituirà Miniera organizza una manifestazione artistica e una fiaccolata per manifestare contro la criminalità organizzata che dominava su Mesagne
Il minatore che sostiene la M di Miniera che è anche la M di Mesagne
Grandi polemiche e litigi: Miniera era l'unico Centro Sociale in cui non si poteva fumare ne le canne ne le sigarette
Le uova fritte, ovvero allegoria di spermatozoi tragicamente sterminati da pratiche onanistiche. Opera di Davide Russo uno dei tanti giovani creativi che si ritrovavano a Miniera |