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 Escursione "da torre Sant’Andrea ai laghi Alimini

 

 

Domenica 25 Giugno 2006

Escursione "da torre Sant’Andrea ai laghi Alimini"

Sotto un assolato e quasi soffocante cielo di una caldissima estate si è svolta l’escursione intorno al Lago Alimini Grande,con successivo prolungamento sul mare, su un suggestivo e poco conosciuto tratto di costa salentina, da Torre Sant’Andrea ai laghi Alimini. Il caldo e soffocante umido ha scoraggiato i più,e quindi più che mai la selezione naturale ha mietuto vittime tra i cicloamici,in compenso il gruppo risultava eterogeneo per provenienza(Bari,Taranto,Lecce e Brindisi), ma non per allegria e desiderio di scoprire angoli nuovi della nostra suggestiva e meravigliosa regione. Il tuffo nelle fresche e trasparenti acque del Mar Adriatico è stato quanto di più necessario e rigenerante si potesse sperare per ristabilire l’equilibrio messo a dura prova dalla prevedibile calura estiva. Come spesso succede siamo rimasti così positivamente colpiti dalla bellezza e dalla ricca semplicità dei luoghi,che la giornata è terminata con un arrivederci ed un sentito desiderio di tornare(si spera a Settembre)

Commenti dei partecipanti:

Teresa:”Santa Teresa martire scraciata e sanguinante”

Baldassarre: “Mi sono punto e strapunto. La prossima volta aiutatemi nel fare i ricci…….e non solo a mangiarli”

Michele P:” Stanco ma contento”

Michele D:”Anche con le ruote sottili ce l’ho fatta”

Lucrezia:”Pregasi informarmi di attrezzarci con tute integrali per attraversamento rovi”

Tommaso:”4 litri di acqua per 30 Km”

Paola:”Tutto OK. Al di sopra delle aspettative:mare turchese,rocce arenarie, bosco fitto e verdeggiante,cicloamici splendidi”

Salvatore:”E’ stato bello, breve ma intenso”

Sabino e Micaela:commento non pervenuto.

 

  Gli Alimini e la Via Traiana

Gli Alimini sono due bacini lacustri che, insieme alle Cesine, costituiscono uno degli ambienti umidi più importanti del nostro territorio. Quest’ area naturalistica tra le più belle

ed interessanti d’Italia, è situata a circa 7 chilometri da Otranto. I Laghi Alimini costituiscono una delle aree più preziose della natura e del paesaggio salentino, incastonati tra il sapiente intreccio del verde intenso e profumato della pineta e della macchia mediterranea e l’azzurro del vicino mare, che incontra alla foce, tra un’esile fascia di dune sabbiose.

Il bacino più settentrionale è denominato Alimini Grande per la sua maggiore estensione, quello meridionale Alimini Piccolo o più comunemente Fontanelle.

I due bacini sono disposti nel loro asse longitudinale nella direzione del meridiano con leggera inclinazione verso ponente e quest’asse corre quasi parallelo alla costa marina

(coordinate geografiche: longitudine est 18° 26’ 30’’ e 18° 27’ 40’’; latitudine nord 40°

9’ 54’’ e 40° 13’ 20’’).

I laghi comunicano fra loro per mezzo di un canale naturale detto "lu Strittu", lungo circa 1300 metri (De Giorgi, 1922) e largo circa 10 metri lungo il quale, secondo il De Ferrariis (1492), passava la via romana "Traiana", continuazione della via "Appia" che si arrestava a Brindisi. "…Quella via congiungeva Lupiae (oggi Lecce) e Rudia (oggi Rusce) con Hydruntum (oggi Otranto), valicando con un ponte il canale di Limini" (De Situ Iapigiae in De Giorgi, 1895).

Alimini Piccolo è di origine carsica, mentre sembra probabile che la formazione del bacino più grande derivi dall’azione del mare che portò alla dissoluzione della sottile fascia di terra compresa tra Alimini Grande ed il mare stesso.

Alimini e notizie

Geologia

L’epoca in cui i due bacini si sono formati deve essere geologicamente remota, databile, secondo alcuni geologi, intorno al Quaternario; infatti, il substrato Quaternario è stato quello in cui avvennero in tutta la penisola salentina frequenti bradisismi determinando le trasformazioni del territorio che, fra l'altro, hanno portato allo sviluppo delle due depressioni(i 2 laghi). In seguito, su questo strato deformato, si sono accumulati strati di epoche successive che hanno addolcito le asperità del territorio (De Giorgi, 1895). Nel periodo Quaternario, Fontanelle fu un vero lago indipendente da Alimini Grande e non comunicante con il mare, caratterizzato da un avvallamento del terreno con il fondo impermeabile. Le acque, dapprima “salse”, divennero sempre più dolci per la mescolanza con le acque piovane e con quelle delle sorgenti e poterono, così, albergare una flora ed una fauna lacustre. Le acque, rimaste chiuse nel bacino di Alimini Piccolo, cominciarono a sollevarsi e si fecero strada longitudinalmente nella depressione naturale allora esistente fra i due laghi. Corrosero le rocce friabili delle sponde e sfociarono nell’insenatura del lago Alimini Grande, stabilendo così la comunicazione fra i due laghi ed il mare (De Giorgi, 1895).

Storia e preistoria

L’uomo faceva la sua comparsa circa 100000 anni fa. Grazie ai ritrovamenti effettuati a partire dal 1967, si è accertato che tutta la zona dei Laghi ALimini è stata abitata dall’uomo fin dai primordi dell’attività umana.

I laghi comunicano fra loro per mezzo di un canale naturale detto “lu Strittu”, lungo circa 1300 metri (De Giorgi, 1922) e largo circa 10 metri lungo il quale, secondo il De Ferrariis (1492), passava la via romana “Traiana”, continuazione della via “Appia” che si arrestava a Brindisi. “…Quella via congiungeva Lupiae (oggi Lecce) e Rudia (oggi Rusce) con Hydruntum (oggi Otranto), valicando con un ponte il canale di Limini” (De Situ Iapigiae in De Giorgi, 1895).

Le prime notizie certe sui Laghi Alimini risalgono ai tempi in cui l’imperatore Federico II, nel giugno del 1219, con un atto solenne assegnava alla Mensa Arcivescovile della città di Otranto la proprietà del comprensorio Nel 1306, con un documento datato 4 febbraio, il re di Napoli Carlo II attribuiva alla Mensa Arcivescovile Idruntina la terza parte dei bacini lacustri e dei terreni circostanti, mentre le rimanenti due parti venivano assegnate al conte Cassano D’Aragona.

Mamma li turchi!!

Un avvenimento molto grave segnerà il destino di Otranto e dei territori vicini, compreso il territorio dei laghi. Il popolo turco, avendo il proposito di occupare un lembo strategicamente significativo del Salento come testa di ponte per insidiare le potenze cristiane, il 28 luglio del 1480 apparve all’orizzonte otrantino. Arrivò con un’enorme flotta costituita da 40 galere, 50 fuste, 16 barche, 40 mahoni per i cavalli e altre imbarcazioni minori con a bordo 18000 uomini, 400 cavalli e 5 bombarde e molte bocche da fuoco di calibro minore.

Lo sbarco avvenne nei pressi degli Alimini; il primo scontro tra Ottomani e Cristiani si svolse nel territorio degli Alimini (A. Saracino, 1981). La conquista della città avvenne l'11 agosto del 1480 e durò fino al 10 settembre 1481.

In tale periodo,i turchi , considerando che le scorte dei viveri diminuivano e i rifornimenti non sempre giungevano puntuali e sufficienti, pensarono bene di provvedere da soli al loro sostentamento riversandosi sul territorio degli Alimini.

Nel Medioevo la contrada degli Alimini era fiorentissima di paesi, villaggi, casali e conventi e le condizioni igieniche erano fra le migliori. Le acque erano incanalate in parte nel mare ed in parte negli Alimini ed i terreni erano coltivati con piante arboree. L’invasione dei turchi causò l’abbandono di questa bellissima parte del Salento da parte dei coloni distribuiti nella zona, che si rifugiarono nei vicini paesi di Martano, Serrano, Carpignano, Borgagne, protetti da mura e da castelli feudali.

Tutto ciò provocò, quindi, il disinteresse delle famiglie nobiliari ed il territorio fu lasciato al degrado.

La ripresa

La ripresa dell’interesse economico del comprensorio degli Alimini, si verificò nel XVIII secolo. In questo periodo iniziarono varie contese giuridiche sul diritto di proprietà. Tra il 1600 ed il 1800 c’era l’usanza di affittare il lago per motivi di vallicoltura e di taglio del giunco, come si evince da un contratto di affitto dell’11 settembre 1836.

Il lago continuava ad essere pescoso anche al tempo del De Giorgi il quale affermava che lì la pesca si praticava sin da tempo assai remoto e non solo dagli abitanti del luogo. Nel 1800 la campagna che circondava i bacini era squallida e deserta. Era possibile osservare grandi masserie sparse, alcune delle quali abbandonate per tre quarti di tempo nel corso dell’anno a causa dei miasmi che esalavano dalle paludi. La malaria che si diffondeva dalle paludi era molto grave ed intensa nel periodo estivo, da aprile in ottobre, quando avveniva il prosciugamento parziale o totale di esse. I contadini accorrevano in questa contrada nell’inverno per i lavori di aratura e di semina, e vi ritornavano al tempo della mietitura e della trebbiatura, affrettandosi a rimpatriare e trasportando nel loro organismo i germi di febbri, spesse volte micidiali. L’influenza del plasmodio malarico si estendeva a tutti i paesi vicini compresi nel raggio di dieci chilometri.

 La trasformazione territoriale dell’area ebbe pieno dispiegamento nel periodo della riforma fondiaria; l’opera di dissodamento di questi terreni comportò la sparizione, o la rarefazione, di estesissime superfici a macchia mediterranea.

Nel corso degli interventi di riforma furono realizzati complessivamente 126 poderi e 1959 quote. Si posero così le basi della colonizzazione per appoderamento, con la conseguente stabilizzazione in loco della popolazione contadina. La modificazione del paesaggio fu dunque netta e decisa. Fu così consentito il cambiamento degli ordinamenti culturali; al pascolo brado e al canneto si sostituirono ben presto le colture seminative e legnose. La costruzione di impianti irrigui negli anni compresi tra il 1954 e il 1963 (Morea, pag. 231), ha permesso il diffondersi di indirizzi produttivi più remunerativi per la piccola proprietà coltivatrice. Lo specializzarsi delle colture ha sancito così il definitivo riscatto agricolo di terre fino a poco tempo addietro interessate dall’economia della palude.

Relativamente alla infrastutturazione territoriale, va rilevato il notevole significato urbanistico assunto dalla viabilità interpoderale e di bonifica. Gli enti Irrigazione e Riforma si posero l’obiettivo di sistemare le strade esistenti e, in un secondo momento, di realizzarne delle nuove. Le strade di comunicazione tra i due centri di servizio Fontanelle e Frassanito, dotati di strutture di sostegno alla vita sociale, religiosa, culturale e amministrativa, con le opere di canalizzazione e di elettrificazione, oltre al collegamento con la Litoranea Salentina, hanno vinto l’emarginazione spaziale di una vasta contrada che è andata, con la valorizzazione turistica degli anni settanta, dotandosi di una spiccata vocazione vacanziera. Difatti, il Comprensorio di riforma idruntino è quello in cui si sono localizzate le più organizzate strutture villaggistiche del Salento. Attualmente, la zona appoderata idruntina si sta intensamente trasformando socio-territorialmente: parchi, maneggi, ristoranti, agriturismo e “seconde case” hanno dato un significato ludico all’area degli Alimini,