L'avventura
dei cicloamici
progettata da Tonia
Foto:
cicloamici si stagliano contro lo sfondo a pastello della città
dei sassi. Chi c'era può capire la fatica della conquista e il
godimento conseguente alla vista panoramica
.
I
ringraziamenti dei Cicloamici a tutti
coloro che ci hanno aiutato nell'organizzazione: Centro
Studi Torre di Nebbia (gruppo promotore del Parco e della
Marcia) e in particolare Nino Perrone per le
informazioni fornite e per averci trovato un tetto sotto cui
dormire; Donato Colonna per averci ospitato; Manuela
e Biagio per averci fatto scoprire le bellezze di Matera. |
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Sabato
8 Novembre
Orario
e luogo di incontro: alle 10:30 sulla strada per Quasano,
Altamura
Lunghezza:
Il percorso 30 km all’andata e 14 km al ritorno e non
presenta particolari difficoltà.
Tempo
di percorrenza:
2,5 ore all’andata e 1 ora al ritorno.
Partenza
da Altamura:
Strada per Quasano, direzione Santuario della Madonna del
Buoncammino
Equipaggiamento:
È
consigliabile avere almeno una camera d’aria di scorta (faremo uno
sterrato abbastanza sconnesso dove le forature non sono
improbabili), luci funzionanti e un poncho per eventuale pioggia.
ANDATA:
. Abbiamo pedalato per circa 7 km su una strada asfaltata un po’ in
salita (purtroppo con passaggio di macchine che si spostano per
raggiungere le campagne) e poi imboccato una strada sterrata lungo
la quale vi è una deviazione per il Pulo di Altamura dove faremo
una breve sosta. Abbiamo ripreso la strada sterrata che si snoda per
circa 12 km in mezzo a un paesaggio ondulato e brullo, tipico dell’
Alta Murgia, e quindi ci siamo immessi nuovamente sulla strada
asfaltata fino a raggiungere Gravina per le 13. A Gravina una guida ci
ha guidato tra gli insediamenti e
le chiese rupestri che sono numerosi lungo la gravina.
Foto:
Il
Pulo di Altamura è una dolina a forma di scodella di 550 m di
diametro e 92 m di profondità. Oltre all’interesse naturalistico
il Pulo ha anche un interesse storico. Nel Mesolitico (intorno al
3000 a.C.) ha rappresentato un’importante zona di insediamenti di
agricoltori; inoltre, in una grotta nei pressi del Pulo è stato
scoperto, nel 1993, l’Uomo
di Altamura collocabile tra l’homo erectus e l’homo
sapiens.
Oggi
il Pulo è riferimento per numerosi turisti, per sportivi che si
divertono a fare free-climbing e purtroppo anche per chi ha da
disfarsi di copertoni e ferraglia di ogni genere.
RITORNO:
Siamo ripartiti da Gravina dopo un lauto pranzo in una trattoria
tipica nel centro storico. Le nostre bici mentre mangiavamo erano al
sicuro, in un locale pieno di poliziotti incaricati a vegliare per
la sicurezza. Nel pomeriggio ci siamo uniti alla marcia attraverso
improbabili stradine segnalate sul GPS del ciclocaporedattore. All’arrivo
in Piazza Duomo interventi di
esponenti del comitato promotore e concerti dei
Canto General e Faraualla.
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Foto:
Gravina
in Puglia è una città dal passato molto ricco e articolato.
Come la zona di Altamura, è stata sede di insediamenti umani da
tempi antichissimi come è ancora oggi testimoniato dal Parco
archeologico.
Durante
il periodo Romano è stata un importante centro agricolo e
artigianale che si collocava lungo la via Appia. Anche Federico II
la trovò interessante per la caccia e vi fece costruire un castello
per uccellagione. È stata feudo degli Orsini ed ha dato i natali a
Pier Francesco Orsini che diventò Papa Benedetto XIII.
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Foto:
cicloamici in posa affianco all'antica fontana pubblica in
piazza Duomo a Gravina. Giulia, giovane cicloamica contempla
interessata le bocche fierine zampillanti acqua. |
Tra
le tantissime cose da vedere, molto suggestiva è la gravina con le
numerose grotte che vi si affacciano scavate nel tufo e destinate ad
abitazioni e luoghi di culto nel medioevo. Particolarmente
interessante è San Michele delle grotte, una grotta-chiesa
risalente intorno all’anno 1000 dedicata all’Arcangelo Michele.
È un’antica cattedrale scavata nella roccia a 5 navate in cui
ancora si conservano alcuni affreschi. In una grotta adiacente la
chiesa vi sono i resti umani di gravinesi trucidati dai saraceni.
Per
gli appassionati della natura è da segnalare il Bosco Comunale
“Difesa Grande” (circa
2000 ettari di macchia mediterranea).
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Domenica
9 novembre
Lunghezza:
Percorso di 60 km andata-ritorno e saliscendi per i tremendi
pendii della città di Matera presenta particolare difficoltà
specie in preseza di un forte vento di tramontana al ritorno
Tipo
di strade: strade
asfaltate e senza particolari difficoltà.
Partenza:
ore
9:00
Una
prima parte del percorso, circa 15 km, è lungo l’Appia antica,
attuale provinciale Altamura-Laterza, sulla quale vi è la masseria
Jesce, una masseria fortificata che è stata un centro agricolo
molto importante nel periodo Romano. Il percorso proseguiva su un’altra strada
secondaria che ci porterà fino a Matera dove Manuela Marchitelli,
materana verace, si presterà a farci da guida.
Ritorno:
non oltre le 15:30 (in maniera di arrivare ad Altamura con la luce)
per la stessa strada dell’andata.
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Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia
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L’idea del Parco dell’Alta Murgia è nata più di 10 anni
fa, esattamente nel 1990, per iniziativa del Centro studi “Torre
di Nebbia” e del Comitato Promotore per il Parco Nazionale
dell’Alta Murgia. Solo nel 1998 l’istituzione del Parco è stata
approvata ma da allora ancora oggi tale istituzione non è mai stata
formalizzata per varie peripezie e rinvii. L’ultima notizia di
rinvio risale al 3 novembre: pare che sia stato provocato un ritardo
nell’apposizione delle ultimissime firme da qualcuno che è
interessato ad usare un’area destinata a Parco per farci un campo
da golf.
L’Alta Murgia è caratterizzata da un paesaggio ondulato
brullo e aspro, ma molto suggestivo in cui gli occhi possono
spaziare nell’ampio orizzonte. L’asprezza del luogo nasconde però
una ricchezza di forme, rilievi e depressioni, creati da fenomeni
carsici; alcuni inghiottitoi presenti nell’Alta Murgia sono tra i
più profondi dell’Italia centro-meriodionale (per es. la Grava di
Farauàll arriva fino a 270 m di profondità). Purtroppo alcune di
queste cavità naturali sono state ostruite dai rifiuti lasciati
dall’uomo.
L’apparente nudità di questi luoghi nasconde un pullulare
di animali e piante. Sono presenti molte specie della fauna
superione: anfibi, rettili, uccelli e mammiferi; non è infrequente
osservare nei cieli dell’Alta Murgia il grillaio (Falco
Naumanni) di cui in questa zona è rappresentata la più grande
popolazione europea. Numerose sono anche le specie vegetali, anche
sulle zone più aride e pietrose è possibile trovare molte specie
spontanee tra cui l’orchidea Ophris mateolana. Non mancano
tra l’altro i boschi in cui prevalgono diverse specie di querce
tra cui la roverella, il fragno, la coccifera. Se le ricchezze
naturali prevalgono in primavera, anche l’autunno riserva le sue
sorprese: i terreni brulli e pietrosi si coprono di persone che
camminano con il naso rivolto a terra a cercare funghi cardoncelli.
La ricchezza
storica di questi luoghi è testimoniata dai ritrovamenti
preistorici, dagli insediamenti di civiltà rupestri e dalle
numerose masserie, jazzi, cappelle e chiese.
Foto:
accumulo di rifiuti disparati.
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Nonostante il rilevante interesse naturale e storico
dell’Alta Murgia purtroppo pare che non tutti gli abitanti dell’area ne apprezzino e valorizzino le
bellezze. Oltre all’accumulo dei rifiuti più disparati, tossici e
non, negli ultimi anni si è diffusa in queste zone la pratica dello
spietramento. Questa pratica comporta la trasformazione dei pascoli
naturali in colture. La frantumazione delle rocce calcaree dà
origine, però, a terreni poveri che, per effetto del dilavamento
delle piogge e dell’erosione dovuta ai venti, non più contrastato
dagli apparati radicali della vegetazione spontanea, sono destinati
alla desertificazione.
Foto:
Pecore e muretti a secco, elementi che contraddistinguono il brullo
paesaggio murgiano
Foto:
striscione salva Murgia esibito durante la marcia della pace ad
Assisi
Foto:
Manuela in primo piano e Biagio ci hanno condotti per il parco
archeologico e per i sassi della città dei sassi. Provvisti
di uno scoppiettante vespino hanno impietosamente affumicato i
cicloamici già annaspanti sulle brusche pendenze del parco e della
città di Matera. Mimmo racconta di aver visto Tonia dopo una
salita, scendere da sella, frugarsi in tasca alla ricerca della
tessera cicloamici per strapparla.
Foto:
Mimmo il prode maldicente, nitido e fiero si staglia contro lo
sfondo sfumato dei sassi di Matera. Strani fatti lo hanno visto
protagonista la sera precedente. Mentre Juan distraeva l'attenzione
di Mino Volta, il prode insidiatore si avventava su un'incauta
latianese. Foto
a sinistra: i cicloamici a ranghi serrati per vincere la forte
ostruzione del vento, fanno ritorno ad Altamura. Sullo sfondo un
acceso e rosaceo tramonto |