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.Premessa
di Anna Chiara
Noci è la mia terra natia, bella e
generosa nel regalare a chi la guarda tutti i colori del verde dai
contorni segnati, come fossero magistrali linee geometriche, dagli
infiniti muretti a secco che percorrono la campagna fatta di dolci
pendii e macchia mediterranea, boschi di leccio e roverella, secolari
masserie.
Soprattutto le masserie sono il filo
conduttore di questo giro. Non potremo visitarle tutte, qualcuna
potremo solo ammirarla mentre ci passiamo davanti, in una ci fermeremo
più a lungo. E’ la masseria “Le monache”, la prescelta per una sosta.
Qui, il mio miglior cognato (non fosse altro perché è l’unico che ho),
noto conoscitore della storia di Noci, dott. Pasquale Gentile, ci
racconterà la storia di questo percorso dei briganti che ha dato il
nome alla ciclopasseggiata.
Il giro terminerà in orario tale da
permettere al gruppo di Bari di prendere il treno di rientro a Gioia
del Colle( orario probabile:18.45 da Gioia del Colle).
.Il territorio
nocese
Il territorio nocese, molto vasto (si
estende per ben 14.882 ettari), è alquanto ondulato con un’altitudine
che varia tra i 350 e i 470 metri sul livello del mare. E’ubicato
all’interno del comprensorio della Murgia dei Trulli, contrassegnata
da tipiche case costruite a secco dal tetto conico coperto da
chiancarelle. Il patrimonio naturale si presenta alquanto complesso
per via della variabilità degli elementi morfologici e strutturali
dell’ambiente.
Sono presenti estesi boschi, terreni da
pascolo ed arborati, zone rocciose e a macchia mediterranea. La
vegetazione è composta da grandi varietà di piante che, a seconda
della stagione, danno all’ambiente colori e profumi diversi.
Foto:
Masseria Monache spendido complesso di
trulli e costruzioni a Pignon
.Le masserie
Una salutare passeggiata per il territorio
di Noci porta a rivivere secoli di storia.
La trasformazione del territorio nocese è
legata alla nascita e allo sviluppo delle masserie che testimoniano il
processo di antropizzazione verificatosi nel corso dei secoli.
Le prime masserie nascono come trulli e
casedde d’appoggio, in quanto i contadini, abitando
nelle campagne, usano queste abitazioni come deposito di utensili
lavorativi o per ripararsi in caso di pioggia.
Questi primi abitacoli si trasformano in
pagliai e stalle quando, nel Settecento, sorge il bisogno di vivere in
campagna per evitare di raggiungere ogni giorno il centro abitato
distante, a volte, ore ed ore di cammino. Si hanno, così, i primi
complessi masserizi che prevedono anche la dimora per i ‘ualani
e i lavoratori dipendenti e la cappella per la celebrazione della
messa domenicale.
Caratteristiche strutturali delle masserie
sono gli jazzi, le corti, le
cortaglie (recinti in pietra a secco per la custodia degli
animali), i parieti (muretti di pietra a secco poliuso),
le fogge per la raccolta dell’acqua e i tratturi
per la viabilità interpoderale.
Nel tempo, i contadini diventano
massari proprietari, ovvero possidenti e, quindi,
galantuomini che, veri signori terrieri, costituiscono,
nell’Ottocento, la ricca borghesia agraria.
Le masserie si suddividono in tre tipi a
seconda delle funzioni produttive:
1)
Masseria da campo;
2)
Masseria da pecora;
3)
Masserie per le colture arboree ed
arbustive
Dal punto di vista architettonico è
possibile distinguere le masserie grazie ai modelli cui rapportarle:
Masseria a Torre; Masseria a pignon, ovvero casedde con
tetti a capanna rivestiti con chiancarelle.
Certamente non si incontra più la
masseria di campo e di porci di proprietà del Conte di Conversano,
già esistente nel 1372, in località Furno, ma tante altre meritano di
essere visitate.
Interessanti masserie da pecora
risalenti al 1500 sono quelle dette Mandra dei Monaci, I Monti
(de Bellis) e Scozia vecchia. Ben conservate si
presentano le masserie a trullo denominate Scarcioppola,
Raschizzo, Mulini, Purgatorio, Lo scorso,
Casa le gatte. Numerose quelle a pignon, ovvero casedde
con tetti a capanna rivestiti con chiancarelle (sottili
lastre di pietra locale) sorte tra ‘500 e ‘700: Giannevolta,
Mastro Marco, Monache, Murgia Zappullo, Monitilli,
Cassanello, Casaboli, Barsento, Bonelli
(quest’ultima, acquistata nel 1628 dal Conte di Conversano dalla
famiglia de Tintis, compendia nella sua storia le pagine più
interessanti della locale questione demaniale). Della stessa struttura
base, ma successivamente ampliate ed abbellite sono le masserie
settecentesche San Giacomo, L’aglio, Giordano.
Esempi di masseria a torre sono Palazzi e Torricella.
Ville-masserie di fine Settecento sono Sarmenzano, Don
Marcellino, Morea, Sorresso, Murgia Albanese,
Madonna della Scala. Di costruzione ottocentesca sono
Scorzone, Scozia Nuova, Montone, Marzolla, il
Monte.
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Il percorso dei
briganti
Parte della cicloscampagnata segue le
scorrerie dei noti briganti Scarola e Vardarelli i quali, tra il 1810
ed il 1817, giungono negli immensi boschi nocesi provenendo dai loro
abituali territori d’azione, la fascia calabro-salernitana per il
primo, il Molise per il secondo.
Ambedue le bande, incredibilmente, a
distanza di sette anni l’una dall’altra, prendono in ostaggio un noto
personaggio nocese, proprietario di una masseria ai confini con il
territorio di Mottola, che ricopre la carica di giudice di pace.
Il brigante Scarola, con la sua compagnia,
semina terrore, ruba, azzoppa gli animali, mentre il Vardarelli
sequestra e rilascia lo sfortunato giudice nonostante che la moglie
non riesca a soddisfare il biglietto di riscatto, recatogli in
paese da un pastore-corriere.
L’affascinante vicenda, ricca di colpi di
scena, di scontri con i soldati legionari, di appostamenti,
d’inseguimenti, di costruzione di linee di difesa, di arruolamento di
volontari. , è stata ricostruita da Pasquale Gentile per la rivista
Riflessioni Umanesimo della Pietra diretta da Nico Blasi. Le
masserie interessate sono Angiulli, Monache, De Tintis, Bonelli,
Sorresso, Scozia vecchia, Murgia, Pentima, Madonna della Scala.
Foto: Bella veduta di Masseria
Scarcioppola
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«Mi chiederai come ha
fatto questa gente a scavare ed allineare tanta pietra. Io penso che
la cosa avrebbe spaventato un popolo di giganti. Questa è la Murgia
più aspra e più sassosa; per ridurla a coltivazione facendo le
terrazze (…) non ci voleva meno della laboriosità di un popolo di
formiche».
Tommaso Fiore, Un popolo
di formiche
Scheda
percorso
del 15 Aprile
2006
Benedettini e giacobini nella Murgia dei Trulli
Cicloamici e Ruotalibera Bari si ridanno appuntamento per un percorso
intorno a Noci, con la guida dello storico Pasquale Gentile
www.cicloamici.it/noci.htm
Una
cicloescursione lunga quasi un millennio, un affascinante percorso
storico che si snoda, da un versante all’altro del vasto territorio
nocese, tra boschi e masserie, tutto da… pedalare alla fresca e
salubre aria collinare. Dal tempo dei normanni alla sfortunata sortita
giacobina del 1799. Visiteremo Chiesa di Barsento dell’XI secolo,
dipendenza dell’abbazia benedettina di Banzi, in Basilicata. Quindi
raggiungeremo Masseria “Scozia vecchia”, punto di raduno dei realisti
del circondario per dare l’assalto al paese provvisoriamente in mano
ai locali giacobini.
Raduno
ore 9.45 in Piazza Garibaldi - NOCI
Partenza
ore
10.00 ( Puntuali!!!! Non come l’anno scorso che siamo partiti alle
11!!)
Iscrizioni
:Il costo dell’iscrizione è di € 2,00 per le spese assicurative..it.
Lunghezza
del percorso in bicicletta: 50 KM per chi parte da Noci, 80 km. per
chi parte da Gioia del Colle.
Difficoltà: media
Capogita e guida:
Anna Intini 3395860740,
annachiaraintini@libero.it con la collaborazione di
Roccaldo Tinelli, che accompagnerà, da Gioia del Colle a Noci, il
gruppo di Ruotalibera Bari partenza daBari con il treno delle 8.11.
Scheda
percorso
Percorso il 2 luglio
2006
Raduno
ore 10.00 Piazza Garibaldi- NOCI
Lunghezza del percorso in
bicicletta: 50 KM per chi parte da Noci, 80 km. per chi parte da Gioia
del Colle.
Difficoltà: media
· Raccomandazioni:
E’ obbligatorio partecipare
con biciclette in buona condizione, dotate di cambio e freni
efficienti. Controllate la vostra bici in anticipo, munitevi di almeno
una camera d’aria di riserva e del necessario per le riparazioni
d’urgenza. Ognuno
per sé e la capogita per tutte/i. E’
consigliabile munirsi di mantellina per la pioggia e di un cambio di
riserva.
· Ricordate
che il buon senso impone l’uso del casco e che il viaggiare in bici
non ci esime dal rispetto dello codice della strada.
· L’associazione
non si assume alcuna responsabilità per incidenti e danni a persone o
cose che dovessero verificarsi nel corso della giornata. L’iscrizione
costituisce autodenuncia di buone condizioni fisiche e mentali.
ISCRIZIONI Si effettuano
telefonando al numero 0831542707 o 3395860740 o mandando una mail al
seguente indirizzo:
annachiaraintini@libero.it, oppure, per le amiche e gli amici di
Ruotalibera, contattando Antonio Rotolo.
Costo dell’escursione, comprensivo
dell’assicurazione: euro 2.
Foto: Foto di gruppo davanti alla chiesetta del
XVIII secolo di masseria Murgia Albanese. La masseria fu fatta
costruire dal canonico G.B. Albanese, antenato di Giuseppe Albanese.
Masseria e famiglia Albanese subirono un triste declino dopo che
Giuseppe Albanese venne ucciso durante la repressione della
rivoluzione napoletana nel 1799.
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I capigita
Anna Intini con la
collaborazione di Antonio Rotolo che accompagnerà, da Gioia del Colle
a Noci, il gruppo in partenza da Bari alle ore 8.11.
Foto: Pasquale Gentile illustra
all'ombra dei trulli di masseria scarcioppola, la storia di Noci e le
peculiarità del suo paesaggio agrario.
Giuseppe Albanese,
I
cicloamici incontrano la storia di un martire giacobino Nocese
protagonista della rivoluzione napoletana
sunto
della biografia riportata in
www.repubblicanapoletana.it
Giuseppe Albanese nato
a Noci il 30 giugno 1759, rimasto orfano di
entrambi i genitori a undici anni, viene inviato a studiare presso il Seminario
arcivescovile di Napoli. Diventa Guardia del Corpo di Sua Maestà, ha modo di
frequentare gli ambienti scientifici e letterari, attratto dal
pensiero riformatore aderisce alla massoneria, nel salotto
della sua casa si ritrovano i maggiori intellettuali napoletani per
discutere di riforme, di diritto e di politica.
Foto: I ciclogiacobini rendono
omaggio a Giuseppe Albansese, nocese, martire della rivoluzione
napoletana del 1799. Anna capagita seconda seduta da destra (a destra?
.. fenomeno strano)
Nel
1795 sposa Maddalena Vestini, appartenente ad una nobile famiglia di
intellettuali e giacobini napoletani. Individuato come oppositore alla
monarchia, viene posto in carcere fino al 1797.
Nel 1798, quando Ferdinando IV dichiara guerra alla Francia
e invade lo stato della Repubblica Romana egli è tra i dirigenti
del gruppo repubblicano clandestino del Comitato Centrale con funzioni
di grosse responsabilità organizzative.
La proclamazione della
Repubblica Napoletana lo vede assurgere alle principali cariche e Championnet lo chiama tra i 25 membri del Governo Provvisorio del 24
gennaio del 1799. Sua è l’iniziativa dell’ abolizione della legge dei
fedecommessi
.
Nell’ Aprile, in seguito
al rimpasto voluto dall’ Abrial, è tra i cinque della Commissione
esecutiva e fa parte anche dell’ Istituto Nazionale delle arti e delle
scienze. Alla caduta della Repubblica lo troviamo tra i capitolati di
Castelnuovo ed imbarcato insieme ad altri repubblicani per Tolone; ma
purtroppo la capitolazione non viene rispettata, ed egli, quale
presidente della Repubblica Napoletana, manda una lettera di protesta
al Cardinale Ruffo denunciando il tradimento dei patti.
Il tradimento
è totale: il 4 agosto viene portato in Castelnuovo, nella fossa del
coccodrillo, insieme a Pagano, Cirillo, Logoteta e Baffi. La giunta di
Stato lo manda a morte, Ferdinando IV conferma la condanna, e il 28
novembre viene impiccato in Piazza Mercato. Il suo corpo viene
seppellito nella Chiesa di S.Eligio.
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