Lettere | Culacchi |
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Piste inciclabili |
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Padania ciclabile
Fountain mary nostra corrispondente in Padania ci racconta di stupende piste ciclabili piene zeppe di cicloamatori di tutte le età. Nella colonna a fianco la mesta risposta del ciclocaporedattore: il salento non è ciclabile perchè non ci sono piste e pedalatori. I salentini si ostruiscono a vicenda intasando le strade di autoveicoli Caro Ciclocaporedattore, i cicloamici in "trasferta forzata" continuano a sondare il terreno lombardo scoprendo tante cose interessanti. Innanzitutto ci sono infinite piste ciclabili, tutte ben tenute, curate e lontane dal traffico automobilistico. La maggior parte di queste costeggiano dei corsi d'acqua come i Navigli, il Ticino, l'Adda e quindi sono immerse nel verde. Sono piste fantastiche per gran parte asfaltate e piene zeppe di cicloamatori di tutte le età dai piccini agli over 70. Famiglie intere che trascorrono i week pedalando allegramente. E a questo punto la nostra conclusione (mia e di Paolo) è stata le seguente: "con queste belle piste viene a tutti la voglia di pedalare!!!!". Ma poi viene spontaneo aggiungere: "E se pure da noi costruissero delle belle piste? ad esempio tra Mesagne e Penna Grossa? ci sarebbero più cicloamatori?" Io credo proprio di sì. E alla fine della fiera.....la conclusione è sempre la stessa: "Giù da noi....mancano le strutture". C'è chi può obiettare dicendo che giù in Puglia ci sono le strade di campagna che sono assimilabili a piste, ma non credo sia la stessa cosa. E' bellissimo pedalare osservando la natura, respirando aria pura e soprattutto senza avere il pensiero di dover accostare per evitare di essere "stesi" da qualche auto sfrecciante!!! Caro Ciclocaporedattore...tu....che ne pensi? Un bacione dalla cicloamica emigrante Funtainmary Ps.....Il prossimo week faremo un bellissimo percoso che dal lago maggiore arriva a Milano costeggiando il Ticino! Foto: la pista ciclabile del Ticino Ti farò sapere!! e se vuoi venire....caro caporedattore saremo ben lieti di ospitarti nella nostra modesta dimora! Un bacio ancora Fountainmary
Il vate si incazza: ve le do io le piste!! 15 minuti dopo aver letto il contributo di fountain mary il vate anarcheggiante (che però non partecipa alle feste di quelli di Urupia che sono anarchici seri) lancia questo fendente contro il ciclocaporedattore e la ciclogiornalista lumbardeggiante Chiamatelo campanilismo, chiamatelo sciovinismo, insomma lapidatemi pure per eccesso di fanatica terronaggine, ma io delle piste megagalattiche dei lumbards me ne faccio asole. OK. di pista ciclabile ne avevamo una. adesso manco quella, dato che è stata sostituita da un ammasso di sterpaglia selvaggia e di residui antropici (leggi spazzatura). embe’? e lo spirito d’avventura? e le albicocche regalate? e la fatica che tempra spirito e corpo? li voglio vedere io i lumbard che si cimentano in qualcosa che sia diverso da una noia omicida, un piattume ipnotizzante, un insulto all’escursionismo pionieristico. ue’ pa’, se vi nasce un figlio che poi ti chiama babbo e che a maria la chiama mammina, ve lo rapisco e gli insegno le bestemmie in dialetto mesagnese. ma non è che la tua donna si sta berlusconizzando a furia di lavorare con quelli? ma è sicuro che non ha perso quel bellissimo accento sanvitese? ma non è che si è dimenticata come si fa la pasta fatta a casa. ah già, quella non l’ha mai saputa fare. che già c’ho lu cori ‘scattatu per le sorelle che per guadagnarsi la pagnotta hanno dovuto fare il pacco con lo spago e son dovute partire per il nord, dato che in questo sud siamo tutta gente d’amore e passione, ma ci manca la prosa della fatia. non si storca il naso, grazie. il presente concentrato di contraddizioni e incoerenza fa parte della mia bellissima meridionalità, che non cambierei con nessuna pulitissima e noiosissima e scontatissima e umidissima e zanzarata pista ciclabile lumbarda. mari’, ti voglio bene. non me importa una caccola di quanto sono belle le piste lombarde. mi sembra lampante che le nostre strade di campagna non siano assimilabili a piste. non c’è proprio paragone, per fortuna nostra. se percorri una pista bella e servita, insieme a famiglie del mulino bianco con i figli biondi senza mucco, come si fa a bestemmiare per gli zziccati a mei e per gli scurcitomboli? come si fa a forare? e poi a che ci serve licciulli e il navigatore satellitare? ciclofornoantonio, i cicloamici in trasferta forzata hanno dimenticato l’arte dell’omertà, hanno perso per strada lo spirito di solidarietà, e si permettono di dire che al sud mancano le strutture. ma che so’ ‘ste strutture. io non le voglio le strutture. preferisco i fichi d’india di tutti i colori e per tutti i gusti che mo’ che maturano sarà una festa. magari si potrebbe semplicemente sradicare un po’ di boscaglia, per far tornare a galla qualche scorcio di pista che fu. giusto per non tornare a casa con l’epidermide sostituita dagli zziccati a mei. ma non mi parlate di strutture che non ci sono. che se le tengano al nord le strutture. noi ci teniamo le bestemmie e i fichi d’india. orgogliosa di essere un’ottusa meridionale, lancio un urlo di dolore: mari’, pa’ tornate a casa finché siete in tempo. e che nessuno tenti di civilizzarmi e di convincermi su quanto siamo disorganizzati qui al sud. a me le strutture mi sanno di ortopedico. e mo’ basta, che siccome sono un’incivile meridionale, mi devo andare a ssuppa’ ‘nna frisa la presente vale come sfogo
Foto: il vate, impantanata in una strada di campagna devastata da un trattore, è soccorsa da Mimmo il prode. I meridionali a volte non hanno rispetto per le loro belle strade di campagna e le arano con i trattori per fare dispetto ai contadini dirimpettai. I cicloamici (e forse anche il vate) vogliono denunciare questa indolenza e impegnarsi a salvaguardare quel che rimane della natura, della memoria e della dignità. Il ciclocaporedattore si sente molto meridionale ma di quei meridionali che non sopportano atteggiamenti omertosi incivili e mafiosi e li vuole combattere a penna tratta. La discussione si fa infuocata
Caro ciclocaporedattore, permettimi di rispondere con le rime al vate. Uè Alessa' con tutto il bene che ti voglio, ma anzichè" cu ti ssuppi 'na frisa biiiiip, biiiiiiip, piiiiiip biiiiip, biiiiiiip, piiiiiip biiiiip, biiiiiiip, piiiiiip biiiiip, biiiiiiip, piiiiiip biiiiip, biiiiiiip, piiiiiip biiiiip, biiiiiiip, piiiiiip" (papragrafo censurato per espressa volontà del vate che si è ritenuta troppo offesa dalle parole di Fountain Mary). Questo per dirti che io non ho dimenticato le mie origini, nè il mio dialetto e se ti può rincuorare Paolo mi piglia in giro tutti i giorni per il mio fantastico accento da "mulacchiona sanvitese". La mia breve letterina non voleva essere una critica alle belle cose che abbiamo in terronia, alla natura "quasi" incontaminata (dico quasi dopo aver letto della discarica ritrovata!!), ma vivendo tra i lumbard sto imparando ad apprezzare anche il loro mondo, e ti assicuro che anche qui ci sono tantissime cose belle da fare e da vedere! Non per difendere la razza padana, qui manca il mare, è vero, ma c'è tanta natura, tanto verde, e i monti a due passi. E per chi ama l'avventura, forse è pure più indicato! Domenica per esempio abbiamo fatto trekking, siamo andati a visitare una bellissima grotta dell'era paleolitica che si chiama "il Buco del Piombo". Niente sentieri per fighettini, ma scarponcini e tanto sudore verace. E, giusto per mettere i puntini sulle i, della tua frase "noiosissima e scontatissima e umidissima e zanzarata pista ciclabile lumbarda", ti do ragione solo sulla zazarata!, e ti lancio una sfida: vieni qui a vedere con i tuoi occhietti!. .....intanto, giusto per contraddirmi tanto quanto basta,..... per concludere, mia cara Ale, ti dico che conto i giorni che mancano alle mie vacanze! Bramo dalla voglia di venire giù in terronia, a casa mia. Perchè, mia adorata devi sapere...che è solo quella che considero "casa mia". Adesso ti saluto e ti bacio e mando un salutone anche a tutti gli altri cicloamici! Un
bacio Fountain Mary |
Brindisi inciclabile Era l'orgoglio dei cicloamici nord salentini: una bellissima e attrezzata pista ciclabile che, costeggiando il canale reale, porta a scoprire i tesori della civiltà rupestre basiliana e infine conduce all'oasi naturalistica di Torre Guaceto. La pista realizzata dal comune di San Vito e quello di Brindisi con 1,6 miliardi di finanziamento della Comunità Europea è lunga circa 9Km. Risolve brillantemente i problemi della sicurezza permettendo di varcare la SS Brindisi San Vito e la ferrovia mediante dei pittoreschi sottopassaggi. Costeggiando il canale Reale E' sconosciuta ai più, nessuno la valorizza, oggetto di vandalismi e furti. A due anni dalla sua costruzione si avvia verso un triste degrado e all'oblio. E' importante che i cicloamici si impegnino nel suo recupero nella sua difesa e valorizzazione.
Foto: sguardo dubbioso di Ada e Federica quando apprendono il programma: arrivare al mare costeggiando il canale reale. Le donne hanno sempre un sesto senso che le porta a presagire gli eventi. La risalita del canale reale lungo la pista ciclabile è stato un evento drammatico.
Foto: i cicloamici giunti al mare ancora non hanno preso visione della pista del ritorno
Foto: il triste contrasto tra la ciclabile del Ticino e l'attuale stato della "Pista della civiltà rupestre"
Foto: Mimmo il prode apre la pista alle cicloamiche. Più che di una pedalata si è trattato di una avventurosa e urticante traversata di una giungla di erbacce Le cripte rupestri. Gli insediamenti rupestri rappresentano una straordinaria ed affascinante scoperta: case-grotte, chiese-grotte, officine-grotte sono parte fondamentale della storia civile, religiosa ed artistica di questa terra. Per numero e concentrazione, hanno una particolare importanza nel quadro dell’ habitat rupestre gli insediamenti dell’ arco ionico tarantino: la gravine di Mottola (Petruscio), Massafra (S.Marco), Castellaneta, Laterza e Ginosa, coniugano infatti insospettabili concentrazioni di bellezze naturali e di testimonianze di vita organizzata. Per il turista ed il viaggiatore, questi strani anfratti dove la vita quotidiana ha lasciato più d un segno possono apparire come entità senza tempo; in realtà appartengono a quei tempi dello spirito che rendono la civiltà mediterranea unica nel suo genere, tanto unica da aver fatto dei sassi di Matera un pezzetto di patrimonio dell’ umanità. Grotte di San Biagio e di S. Giovanni. Due interessanti cripte rupestri che testimoniano il legame con gli itinerari dei pellegrini. Nella prima, affrescata intorno al 1200, il San Nicola effigiato sulla parete a destra dell’ ingresso è l’ unico santo accompagnato da un’ epigrafe di riconoscimento bilingue (in greco ed in latino), mentre sulla parete opposta all’ ingresso stesso compare l’ immagine del viaggio dei Magi. Nella seconda il richiamo è alla montagna garganica, con un’ immagine affrescata di San Michele Arcangelo. Il canale reale e l'idrografia salentina Geologicamente, il salento, poggia su una base costituita da banchi di roccia calcarea, ricoperta da sedimenti marini costituiti da tufi arenaceo-calcarei e da sabbie o tufi incoerenti dai quali hanno avuto origine i terreni agrari classificati nelle tipologie delle "terre rosse". Pur caratterizzata dai fenomeni carsici - le acque meteoriche infatti si infiltrano nel terreno in profondità, formando dei veri e propri corsi d'acqua e depositi sotterranei che escludono l'idrografia superficiale, la "pianura di Brindisi" è attraversata da corsi d'acqua (canali) a regime stagionale e di portata minima. Il principale di questi corsi d'acqua è il Canale Reale; altri corsi più brevi, attraversano la pianura da sud-ovest a nord-est adducendo le loro acque in Adriatico.Nel suo percorso sinuoso si può dividere il Canale Reale in due tratti: Il primo dalle sorgenti fino all’incrocio con la via per Villa Castelli è alimentato con acque dolci e pulite; il secondo tratto diventa ricettacolo di scarichi di ogni tipo anche nei territori degli altri comuni che attraversa prima di sfociare nell’Adriatico nei pressi di Torre Guaceto. Il Canale Reale, fu un corso fluviale, probabilmente l’antico fiume "Pactius o Ausonius", menzionato da Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis Historia".
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