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Presentazione
In
bici, giù giù verso dove finisce la terra, a Santa Maria Finibusterrae. Un
percorso articolato che porta in pochi chilometri a costeggiare due mari, un
promontorio, spiagge, pagghiare.
Il
sole picchia forte forte, sembra voglia farvi evaporare e ridurvi asciutti
come l'arida terra intorno. Ma i canti della pizzica accompagnano i ciclisti
instillando ritmo e coraggio.
Linea
di percorrenza ideale l'antica via Sallentina che collegava Taranto a Leuca
e Otranto. Sopravvivono ancora alcuni tratti di questa strada.
Il
soggiorno ci è reso lieto dalla calda ospitalità di Maurizio Fersini,
Antonella Fersini e Antonio Nigro che ringraziamo non solo per l'accoglienza
ma anche per i tanti consigli utili e definire il percorso che di seguito
descriviamo.
La
via Sallentina
Giovanni
Uggeri chiama via Sallentina la strada romana paralitoranea che
congiungeva i principali centri del salento per tutta la sua lunghezza
da Otranto al Capo Iapigio o promontorio salentino e quindi a Taranto.
In età moderna la strada è stata anche chiamata traiana ma siamo
più propensi a considerarla un prolungamento della via Appia
piuttosto che la continuaizione della Traiana che da Bari scendeva a
Brindisi.
Probabilmente
la strada esisteva già ai tempi dei Messapi e congiungeva città
fiorenti in epoca preromana, decadute successivamente (Manduria Alezio,
Vereto, Ugento) alcune definitivamente abbantonate.
Plinio
e Strabone ne fanno menzione ma danno informazioni molto scarne e
forniscono misure imprecise. Soltanto nella "Tabula Peutingeriana"
la via salentina viene descritta nel suo completo sviluppo con
l'indicazione di tutte le stazioni e le relative distanze.
Riteniamo
interessante dal punto di vista cicloturistico, segnalare il tratto
Ugento, Gemini, Madonna di Pompiniano, Masseria Palombara. Questo
tratto oltre a essere una strada relativamente tranquilla a basso
traffico autoveicolare è fittamente costellato di trulli e caselle,
terrazzamenti e muretti a secco a indicare la persistenza del
tracciato e la sua continuità di utilizzo nel tempo.
Nei
pressi di Masseria Palombare segnaliamo una lama indicata come Canale
di Fano. é possibile percorrere il canale di Fano tramite una
stradina asfaltata che porta direttamente al mare presso Torre Pali e
S. Antonio (e che mare). |
B&B
Masseria la Palombara
Masseria la Palombara è posta sulla
via Sallentina a 3Km a Est di Salve. Antonio Nigro e Antonella Fersini
(nella foto) e i cognati gestiscono il B&B presso la
masseria che hanno di recente acquisito e che stanno ristrutturando
con amore e rispetto dell'antico corpo di fabbrica.
Si tratta del punto di sosta che
consigliamo a cicloturisti e non. Il cicloturista può trascorrere uno
stupendo fine settimana facendo base alla palombara. Il primo giorno
può essere dedicato alla visita di Gallipoli, Ugento e delle sabbiose
spiagge ioniche. L'altro giorno da Palombara si può effettuare il
percorso cicloturistico da noi descritto: Palombara, Salve, Leuca
Piccola, Marina di Novaglie, Leuca, Torre Vado, Canale di Fani,
Palombara. Quando arrivate vi consigliamo di specificare che siete
amici di Cicloantonio e di Iangela.
unteriori info: www.masseriapalombara.it
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Foto:
trulli e caselle sono le tipiche costruzioni a secco disseminati in copioso
numero nel Capo di Lecce. Esiste una ricca varietà di forme: base quadrata,
base circolare, tronco di cono, tronchi di cono sovrapposti ..
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Foto
di copertina: il faro e il santuario di Santa Maria Finibusterrae (Leuca)
Foto:
percorrendo la strada campestre che collega Ugento Gemini e Salve che noi facciamo
coincidere con il tracciato della via Sallentina ci si trova immersi tra
muretti a secco e terrazzamenti a secco molte sono inoltre le Pagghiare
disseminate lungo la strada. Siamo sul promontorio Salentino, la strada è
moderatamente trafficata e si può suggerire come percorso cicloturistico
alternativo all'affollate litoranea tra Uggento e Torre Vado.
Foto:
collocazione della via sallentina, evidenziata in bianco, rispetto ai principali centri messapici
.
Foto:
sosta consigliata a Salve dove, nei pressi della cattedrale è possibile
visitare i resti di uno stupendo e grande frantoio del 1600
.
Foto:
il frantoio si sviluppa su due piani probabilmente risalenti a due distinte
fasi di sviluppo. I resti in frantumi delle antiche macine ci fanno capire
che si trattava di un grosso opificio. L'ideale sarebbe visitarlo così come
ha fatto lo scrivente ciclocaporedattore in compagnia di una bella e
preparata agronoma (iangela nella foto in basso a destra) in grado di
descrivere la destinazine d'uso e le antiche tecnihce di lavorazione.
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Foto
sopra e di lato: La piccola Leuca è un antico santuario che si
trova a Barbarano. Sorge su una grande grotta ipogea che si può
ritenere sia stato l'originario centro di culto.
I
pellegrini che si recavano a Leuca la ritenevano una importante tappa
di sosta e venerazione. Per questo sono sorti recinti, mura, apposite
nicchie per sellare e salire sui cavalli.
I
centri limitrofi si ingelosirono molto del privilegio accordato dai
pellegrini alla piccola Leuca e imposero al vescovo di deviare presso
altre chiese questo intenso traffico con la promessa di benedizioni e
indulgenze. |
Foto:
La stupenda spiaggetta sotto il ponte Ciolo. A guardarla da sul
ponte metterebbe la voglia di fare il bagno e di tuffarsi anche alle
mummie.
Situata sulla costa adriatica a circa
7Km prima di Leuca è uno dei punti più suggestivi della penisola
salentina. Un posto che ci mette in competizione con le bellezze
naturalistiche delle isole greche. |
Foto:
il braccio destro dell'insenatura del Ciolo.
La litoranea adriatica da Castro a
Leuca è, secondo noi, il tratto di costa più spettacolare
dell'intera Puglia peninsulare. Riteniamo pertanto che sia imperdibile
dal punto di vista cicloturistico. Raccomandiamo massima prudenza
perchè si tratta purtroppo di una strada provinciale molto battuta
specie in periodi turistici.
Situata sulla costa adriatica a circa
10Km prima di Leuca è uno dei punti più suggestivi della penisola
salentina. Un posto che ci mette in competizione con le bellezze
naturalistiche delle isole greche. |
Foto:
le sabbiose spiagge ioniche nei pressi di Torre Vado rappresentano il
meritato premio per i cicloesploratori.
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