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La ciclovia del mare a Lecce Ancora una volta una pista ciclabile si trasforma in un esempio di spreco e degrado. Ancora una volta una grigia storia degna dei migliori scoop di striscia la notizia. Ancora una volta FIAB Puglia e la redazione di www.cicloamici.it si mettono al lavoro per denunciare, sensibilizzare e .. sanare. Questa volta siamo a Lecce su quella che il Comune di Lecce aveva voluto come una ciclovia del mare. Un percorso intelligente ecologico e salutare per andare al mare. La pista può costituire una grande occasione per il rilancio del trasporto a pedivella nel capoluogo salentino in quanto, una volta ultimata, potrà consentire alle famiglie leccesi di raggiungere con facilità e sicurezza le località maritime e la stupenda oasi ecologica rappresentata dal Parco delle Cesine. Grande progetto sulla carta ma soprattutto grandi soldi da appaltare. Ovviamente nessun esperto di piste ciclabili da consultare. Così il comune di Lecce ha realizzata una pista ciclabile con tanta di illuminazione a lampioni fotovoltaici e badate bene...guard rail. La presenza di Guard rail è cosa abbastanza esotica per una pista ciclabile, anzi più che esotica può anche essere pericoloso. I lavori iniziano, soprattutto si appaltano. Tutto sembrava dover avere un lieto fine ma cosa imbarazzante, uno dei proprietari di una villetta collocata sul tracciato della pista non concede il diritto di passaggio. Cosa fare? I soldi ci sono e vanno spesi, che la pista funzioni poco importa. Così la pista viene ultimata e troncata in corrispondeza dei muri di cinta della villa. proprio così la pista termina da lato Lecce sul muro della villa e riprende puntualmente dal lato S. Cataldo. Ci chiediamo e denunciamo: come fanno i ciclisti ad arrivare da una parte all'altra: teletrasporto, catapulte ????? Le solite situazioni da Sud indecente. Così ultimata ma monca, la pista non è mai stata utilizzata e adesso è lasciata ad un lento ma inesorabile degrado ad opera di erbe infestanti, vandali che la usano come discarica abusiva. Il degrado e l'abbandonano invitano a nozze i ladri dei pannelli fotovoltaici che stanno spogliando la pista del costoso sistema di illuminazione. Ancora una volta FIAB Puglia si alza in piedi e svela al mondo degli internauti questa incredibile situazione auspicando che il Comune di Lecce si attivi quanto prima per risolvere il problema della continuità del percorso e intervenga tempestivamente in una operazione di recupero e valorizzazione. Possibilmente smontando i guard rail.
Foto: Non si dica "nemmeno un cane" transita sulla pista ! Signori ecco a voi il cane
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foto: Uno dei tratti rimasti decenti e ciclabili della pista Lecce S. Cataldo. La pista per alcuni chilometri è bella e suggestiva. Questo succede all'imbocco dal lato mare. Quanta energia raccolta ed erogata invano da tutti quei pannelli fotovoltaici!
foto: Fotodenuncia dei cicloamici: decine e decine di pali di illuminazione privi dei preziosi pannelli fotovoltaici. Nei tratti carrozzabili sta avvenendo la progressiva spoliazione dei pannelli. Un furto dal valore complessivo di decine e edcine di migliaia di euro. Possibile che nessuno si sia accorto e abbia denunciato il misfatto??
foto: Un cosa assolutamente incomprensibile è la presenza dei Guard Rail. Al progettista bisognava fare presente che questi possono rappresentare dispositivi di sicurezza e protezione per le autostrade non certo per le piste ciclabili.
foto: Un cancello in ferro arrugginito è stato posto dai proprietari della villetta a sbarrare il cammino. Minaccioso un cartello: attenti al cane. Si interrompe poco gloriosamente la pista simbolo della ciclabilità a Lecce. I cicloamici additano lo scandalo
foto: Qualche decina di metri prima che la pista si infranga contro il muro di recinzione della villetta un altro pilastraccio prefabbricato ne sbarra graziosamente la strada.
foto: Michele prova invano a pedalare con 90° di pendenza
Foto: La pista non è mai stata dichiarata agibile. Sbarrameni in cemento armato lasciano passare il ciclista che incredulo e timoroso decide di intercedere. I più decidono di recedere. .
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