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Premessa:
trulli
biciclette
e
kilt
Relegata ai
confini di 3 province pugliesi le cui amministrazioni sono
insensibili e ignoranti, la Murgia dei trulli corre un grave
rischio
Questo dossier dei cicloamici è
presuntuoso e ambizioso. Si propone in poche righe di persuadere
il lettore della unicità territoriale, culturale, agronomica,
architettonica di un brandello di terra divisa e relegata ai
confini di 3 province: Bari, Taranto e Brindisi.
Questa falsa divisione ha fatto
dimenticare l'importanza di tutelare e valorizzare un territorio
che quindi tende nel tempo a sgretolarsi, perdere la propria
preziosa identità, snaturarsi e
impoverirsi.
I cicloamici gridano allo scandalo e
invitano associazioni, enti locali, formazioni politiche a
destarsi dal torpore per iniziare una battaglia.
Le biciclette come i Kilt del film
"Brave earth" per rivendicare con orgoglio una identità
territoriale ricca ma taciuta e seviziata.
La civiltà della
pietra
La pietra è
l'elemento caratterizzante del paesaggio, della cultura e della
storia murgiana
Nella Murgia dei Trulli fino a 50
anni fa si viveva come nell'età della pietra. La pietra era una
dannazione per i contadini che dovevano bonificare i terreni per
coltivarli, ma era anche il
materiale principale con cui realizzare opere edili e
infrastrutture: case, muretti, terrazzamenti e strade.
Tutti i lavori di trasformazione di
questa dura materia prima si svolgevano in modo manuale con
picconi, cazzuole e asini.
Secoli e secoli di duro lavoro
avevano consentito di trasformare un territorio pietroso e
boscoso in una fertile valle densa di uliveti,alberi da frutto e
vigneti.
Si parla a tal proposito di
"città nel territorio"(Luigi Mongiello,
Riflessioni Umanesimo della Pietra 1981), e ancora oggi, in alcuni paesi come
Cisternino, Locorotondo, Alberobello la percentuale di
popolazione che vive stabilmente nelle campagne supera il 30%
del totale.
A proposito dell'ambito ancor più
specifico della Valle d'Itria afferma ancora il Mongiello: "In
questa valle non sussiste quel deprecato squilibrio insediativo
che è comune nelle nostre città, ossia la rapina della campagna,
in quanto l'obiettivo palese di questo urbanesimo considera la
bivalenza di ottenere che la campagna diventi città, e che ne
sia incrementato il potere produttivo tramite una costante
presenza del contadino-cittadino sul posto di lavoro".
Le strade e la
loro manutenzione
La viabilità della murgia dei
trulli possiede caratteristiche uniche, ripercorriamone la storia
Una fitta ragnatela di strade
ha innervato la Murgia Sud Orientale consentendo alle popolazioni
contadine di popolare il territorio come fosse un unico
villaggio.
Le
strade ricalcavano la dura fatica compiuta dai contadini per
conquistare le terre palmo dopo palmo. Erano e sono tortuose e
irte per seguire l'orografia o cingere zone impervie e boscose.
Sono queste strade che hanno spinto i cicloamici a esplorare i
più intimi anfratti della Murgia legandoli con rispetto e
affetto al territorio.
La "vegeta" o "cummunanza"
: la banca del tempo .. nel tempo che fu
La "vegeta" era una pratica di
aiuto reciproco molto in voga tra i contadini della Murgia dei Trulli
In tempi in cui era impensabile disporre di
denaro, l'unico bene realmente disponibile era la propria forza e il proprio
tempo. Così i contadini concordavano di scambiare le proprie giornate di
lavoro nelle campagne di lavorazione e raccolta dei campi.
Per un periodo io aiuto te e per
un altro periodo tu aiuti me. Così il popolo di formiche moltiplicava la
propria forza lavorativa e anticipava modelli di gestione collettivista.
Così si spiega il fiorire dell'architettura rurale basato sulla costruzione
a secco con i moduli costruttivi a trulli e pignon. Squadre di decine di
contadini solidarmente al lavoro per aiutarsi gli uni gli altri a costruire
case, pagliai, stalle.
Trulli o "casieddi"??
La denominazione Trullo è un
artificio dei primi del novecento
Il nome trulli è un invenzione del primo
novecento per denominare le tipiche costruzioni a cono della Murgia Sud
Orientale. Ma la gente della Murgia non usa questo nome fantasioso per
indicare le proprie abitazioni in pietra. Il nome ancestrale ancora usato da
chi vive è Casieddi o casedde.
"Casieddi" sarebbe praticamente un diminutivo di
casa stante a indicare una casa piccola e/o modesta.
I trulli sono connaturati al paesaggio murgiano
e ossì chi vive in un posto con caratteristiche uniche non lo sa così come i
pesci non saprebbero cosa rispondere alla domanda "cos'è il mare".
I padri dell'umanesimo
murgiano
Un manipolo di coraggiosi
uomini di cultura da anni difende la civiltà murgese dall'omologazione e
dall'oblio
A contribuire a destare consapevolezza e
fierezza della identità territoriale della Murgia dei Trulli hanno
contribuito negli ultimi anni persone e studiosi che riteniamo doveroso
citare.
Innanzitutto vi è il gruppo dei curatori
dell'annuario "rflessioni, umanesimo della pietra" con in testa Domenico
Blasi insieme a tanti studiosi e appassionati: Pasquale Gentile, Nicola
Tuseo, etc.
Menzione speciale merita l'architetto
Luigi Mongiello, con le sue
pregevoli pubblicazioni e le sue denunce in merito alla deturpazione del
territorio causata da pratiche edilize sregolate.
La professoressa Bianca Tragni la prendiamo in
prestito dall'Alta Murgia e a lei riconosciamo la mente fervida e creativa
che ha portato alla nascita del parco letterario di Altamura che ha ispirato
quello delle "formiche di Puglia"
"Stone shelter" di Edward
Allen
Stampato e ristampato dal
1969 per 37 anni il lavoro del professor Allen ha fatto conoscere al mondo
l'archiettura della Murgia dei Trulli
Allen E., Stone Shelters,
Massachusetts Institute of Technology, Cambridge 1969. Trad. it. Pietre di
Puglia, Adda, Bari 1979
Con una borsa di studio Fullbright, Ed Allen e
la moglie giungevano in Puglia nel 1966 per condurre uno studio
sull'architettura rurale in Puglia. Il prof Allen girovagando per
documentare il suo studio è rimasto letteralmente folgorato dalla bellezza
intensa e incosapevole della Murgia dei trulli.
Da un anno di studi in italia trascorso a
documentare e fotografare è stato edito dall'MIT, la più prestigiosa
università americana in cui il
Edward Allen è stimatissimo professore di
architettura, il libro "Stone shelters". Abbiamo avuto l'onore di incontrare
e trascorrere con il prof Allen sua moglie e i suoi cugini, un'intera
giornata. Il prof. Allen ha dichiarato che ritiene Cisternino la città più
bella del mondo. Ci ha raccontato come se ne è innamorato. Nel 1966 era
intento a esplorare il territorio della Murgia con la moglie, una gran fame
li ha colti ad un certo punto quando erano vicini a Cisternino. Decidono
allora di raggiungere il paese per comprare qualcosa da mangiare. Si
incamminano allora per le viuzze del centro storico. Cammina cammina, invece
di trovare qualcosa si perdono. Rimangono persi a girovagare in quelle
strette viuzze dai muri di pietra e dai mille scalini. Così, mentre vagava
in cerca della via si innamorò di quel posto incantato di pietra e calce.
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dossier
a cura di Antonio Licciulli cui possono essere indirizzati contributi,
osservazioni e proposte mediante mail a
info@cicloamici.it
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Le Murge e i Trulli
Introduzione geografica
e geologica
Il nome di Murge,
deriva dal latino murex (sporgenza rocciosa), si assegna alla
parte centrale della Puglia, la quale si allunga dal corso inferiore
dell'Ofanto alla soglia Messapica, fra Taranto e Brindisi,
dall'Adriatico alla "Fossa Bradanica".
Le Murge presentano
una struttura geologica abbastanza semplice costituita da un basamento
calcareo del
Cretacico.
Esse si distinguono in due sezioni le Murge nord-occidentali (Alta
Murgia) e le Murge sud-orientali (murge basse o murge dei trulli),
separate le prime dalle seconde dalla insellatura di Gioia del Colle.
Le Murge sud-orientali sono caratterizzate da una elevata percentuale
di popolazione che vive insediata stabilmente nelle campagne con
grande prevalenza in dimore di tipo particolare - i
Trulli
- diffusi con varia intensità, per cui questa sezione è stata denominata "Murgia dei Trulli".
Questa denominazione viene attestata per
la prima volta nel 1908 negli scritti del Maranelli (Luigi Mongiello,
Trulli e costruzioni a Pignon Adda Editore).
I comuni di pertinenza secondo il
Maranelli erano: Alberobello, Castellana Grotte, Locorotondo, Martina
Franca, Fasano, Cisternino, Ceglie Messapico, Ostuni.
In questo territorio l'evidenza dei trulli
costituisce una frazione importante dell'intero patrimonio abitativo e
si coniuga con un insieme di manufatti basati sull'utilizzo della
pietra, prevalentemente a secco: Pignon, muretti a secco,
terrazzamenti. Le tecniche di costruzione e i materiali usati in tutti
questi manufatti sono praticamenti omogenei così che il Mongiello ne
deduce un vero e proprio "idioma" (o linguaggio) architettonico.
Un idioma architettonico che è
l'espressione di generazioni di contadini e pastori che hanno
correlato la loro capacità creativa ai loro bisogni affrancandosi da
precedenti condizionamenti stilistici, rendendosi autonomi rispetto
alle tendenze architettoniche contemporanee e successive (barocco,
neoclassicismo, liberty ..).
Un patrimonio per
l'umanità
Nel 1996 i trulli di
Alberobello sono stati dichiarati patrimonio nell'Umanità.
http://whc.unesco.org/en/list/787/
Ecco la definizione dei trulli che
troviamo nel sito dell'Unesco insieme con la motivazione e altri
documenti: "The trulli, limestone dwellings found in the southern
region of Puglia, are remarkable examples of drywall (mortarless)
construction, a prehistoric building technique still in use in this
region. The trulli are made of roughly worked limestone boulders
collected from neighbouring fields. Characteristically, they feature
pyramidal, domed or conical roofs built up of corbelled limestone
slabs. Justification for Inscription The Committee decided to inscribe
the nominated property on the basis of cultural criteria (iii), (iv)
and (v) considering that the site is of outstanding universal value
being an exceptional example of a form of building construction
deriving from prehistoric construction techniques that have survived
intact and functioning into the modern world."
Figura: Percentuale della
popolazione sparsa su quella totale residente nella Murgia dei Trulli,
elaborazione tratta dalla tesi di laurea di Giuseppe D’Aprile in
Economia e politica montana e forestale, relatore Prof. Pasquale
Lamonarca, presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi
di Bari.(click per
ingrnadire).
I
report dei cicloamici
dedicati alla Murgia dei Trulli |
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Cicloreportage
sulla Murgia dei Trulli
i
servizi fotogiornalistici dei Cicloamici dedicati alla Murgia dei Trulli:
Da
contrada Galante fino a Locorotondo nel periodi di vendemmia:
https://www.cicloamici.it/intreccio_uomo_vite.htm
,
Acquedotto
e misticismo orientale, la visita all'Ashram Bhole Baba ceh in
incontra percorrendo l'acquedotto in contrada Portarino vicino
Cisternino
https://www.cicloamici.it/ciclisti_del_dharma.htm
I
Cicloamici nel gemellaggio con Aruotalibera Pordenone compiono una
memorabile traversata dell'acquedotto da Alberobello a contrada
Galante (Martina Franca)
https://www.cicloamici.it/aruotaliberapn_cicloamici.htm
Descrizione
del percorso sul Canale principale tra Putignano, Castellana e
Alberobello e relative fotografie
https://www.cicloamici.it/juanpeace.htm
https://www.cicloamici.it/murgiafoto.htm
Fonti
e informazioni sul sito dell’ Ente Autonomo dell’acquedotto
Pugliese :
http://www.aqp.it
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a cura di Giovanni Pace
Con
l’ inizio della primavera fa la sua comparsa “il Re
dell’Acquedotto” il Ramarro (Lacerta viridis) chiamato
anche
“u lucertone” che facilmente potrebbe tagliare la strada ai
cicloturisti, per cui si consiglia di rallentare sia per
evitarlo ma anche per per
ammirare la sua bellissima livrea verde.
Foto:
Lacerta viridis in un magico scatto di Giovanni Pace
Altri
rettili facilmente osservabili nel periodo dell’escursione ciclistica
lungo l’Acquedotto sono il
maculato Colubro leopardino (Elaphe
situla), da molti considerato il serpente più bello d’Europa ,e il
biacco (Coluber viridiflavus) detto volgarmente “u scurzone”.
A
proposito del biacco correva l’anno 1998 quando il mio
carissimo amico (Antonio Licciulli) nonché ciclocaporedattore di
Cicloweb, durante una passeggiata ciclistica sull’Aquedotto, osservò un
accoppiamento di biacchi con triplice attorcigliamento amoroso , uno
spettacolo davvero raro.
Nella
masseria Paretano Grande si si possono osservare gli esemplari, oramai rari,
di bovino podalico pugliese, ormai a rischio di estinzione,
che in tempi non troppo remoti(anni 40) popolava le masserie della
murgia avendo una triplice attitudine: lavoro, qualità del suo latte e
della carne e nonche’ la sua spiccata resistenza alle malattie. Purtroppo
la sua competitività in quantità
di latte prodotto ne ha provocato la scomparsa.
Per
finire con gli aspetti naturalistici c’è da segnalare
la presenza di numerose specie di
farfalle e la presenza
onnipresente di rapaci .
Piante
arboree tipiche della macchia mediterranea (biancospino, edera,cisto, timo,
rovo,leccio,roverella ecc…) con passaggi su ponti con vista sul Canale di
Pilo (immenso pianoro tra due conche, coltivato a “mosaico” con vite,
ciliegio e pascolo.
Menzione
particolare merita il "Calapricio" varietà di pero selvatico
particolarmante idonea all'innesto per dare vita alle innumerevoli, dolci e
gustose varietà di pero estivo.
Foto:
In alcuni
tratti del percorso dell’acquedotto è possibile trovare anche delle
piccole e bellissime orchidee selvatiche. Se vi dovesse capitare di vederne
per favore non tiratele via, ammiratele dove sono e hanno resistito perché
nessuno le ha calpestate.
L'Ashram Bhole Baba:
il misticismo tra i trulli |
Quando
la magia dell'acquedotto di fa misticismo
l
Il cicloturista attento che percorre il canale
principale dell'acquedotto in contrada Portarino,
noterà subito un trullo atipico. E infatti non è
un trullo ma un templio a forma di Lingam (il
fallo di Shiva della religiosità Indù) a
segnalare la presenza dell'Ashram di Bhole Baba.
Centro Spirituale
Bhole Baba a 3Km da
Cisternino, in provincia di Brindisi, tra ulivi,
mandorli e trulli, è sorto nel 1979. L'Ashram è un
termine indiano che indica un luogo dove si compie
un'esperienza religiosa e meditativa facendo nel
contempo vita collettiva. Una specie di convento
insomma. A cisternino l'Ashram si richiama a
principi di sincretismo religioso e per questo
in esso si possono trovare
simboli di diverse religioni: alle immagini
di San Francesco, della Madonna, dei SS Medici si alternano le immagini del
Dio Ganesh addobbato con fiori e ghirlande, di Babaji (lo yogi a cui si
ispirano i responsabili di Bhole Baba) e le grandi scritte dei Mantra sui
muri
Nell'Ashram
della valle d'Itria, si respira anche aria di
India: odori, colori, riti e simboli sono
esattamente quelli che si colgono nelle strade di
Benares. Dal
1990 c'è, nell'Ashram, un dhuni perenne, il
Dhyana Yogi Dhuni, dove arde un Fuoco Sacro tenuto
sempre acceso dai discepoli del Maestro Indiano
Babaji. E' una costruzione circolare per la
meditazione, dove all'alba e al tramonto viene
eseguita la puja (cerimonia) , l'offerta al fuoco
e la ripetizione dei mantra.
I
Foto:
i cicloamici posano accanto al Geshe Tarchin in visita all'Ashram di
Bhole Baba. Geshe Gedung Tarchin è un monaco Tibetano che a Roma coordina
un centro religioso dietro espressa delega del Dalai Lama
Per
maggiori informazioni, per seguire i corsi e per
soggiornare nell'Ashram, scrivere a :
Fondazione Bhole Baba - C.da Portarino, 10 - cas.
Post. 138 - 72014 Cisternino (Br) oppure
telefonare a 0804448735
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Foto:
canale
di scolo del Canale Principale scavato nella
roccia in contrada Monte Fellone. Succedeva a
volte negli anni 40 e 50 che il Canale fosse
troppo pieno (erano in pochi ad avere l'acqua in
casa e l'enorme flusso d'acqua risultava eccedere
il fabbisogno. Si decideva allora di scaricare le
acque. Prima di aprire i rubinetti si spargeva la
voce e gente dalle contrade vicine veniva a
guardare a fare provvista d'acqua fresca e a
prendere refrigerio. (fonte Pinuccio di Seppunisi)
Foto:
Otello
e il piccolo Matteo guidano la spedizione che
attraversa un bosco di querce vicino Masseria
Montedoro (Martina Franca)
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