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Nella Murgia dei Trulli fino a 50 anni fa si viveva come nell'età della pietra. La pietra era una dannazione per i contadini che dovevano bonificare i terreni per coltivarli, ma era anche il materiale principale con cui realizzare opere edili e infrastrutture: case, muretti, terrazzamenti e strade. Tutti i lavori di trasformazione di questa dura materia prima si svolgevano in modo manuale con picconi, cazzuole e asini.
Una fitta ragnatela di strade
innervava la Murgia Sud Orientale consentendo alle popolazioni
contadine di popolare il territorio come fosse un unico
villaggio.
Secoli e secoli di duro lavoro avevano consentito di trasformare un territorio pietroso e boscoso in una fertile valle densa di uliveti,alberi da frutto e vigneti. Si parla a tal proposito di "città nel territorio"(Luigi Mongiello, Riflessioni Umanesimo della Pietra 1981), e ancora oggi, in alcuni paesi come Cisternino, Locorotondo, Alberobello la percentuale di popolazione che vive stabilmente nelle campagne supera il 30% del totale. A proposito dell'ambito ancor più specifico della Valle d'Itria afferma ancora il Mongiello: "In questa valle non sussiste quel deprecato squilibrio insediativo che è comune nelle nostre città, ossia la rapina della campagna, in quanto l'obiettivo palese di questo urbanesimo considera la bivalenza di ottenere che la campagna diventi città, e che ne sia incrementato il potere produttivo tramite una costante presenza del contadino-cittadino sul posto di lavoro". La strade erano perciò un bene primario per la vita del "città nel territorio". La manutenzione di queste strade indicava e determinava la prosperità e la qualità della vita dei luoghi da esse solcate.
Interi borghi sorgevano nelle campagne, trullo su trullo
La manutenzione delle strade pubbliche era compito dei comuni che provvedevano ad appaltare i lavori a specifiche figure professionali: il Cantoniere e il Cazzariccio o Cazzabreccia. Il cantoniere era al soldo diretto del comune e aveva alle sue dipendenze i "cazzaricci" o cazzapietre o spaccapietre. Questi potevano essere i suoi stessi figli o altri operai da lui arruolati. La squadra dei cazzaricci svolgeva il compito di risistemazione del fondo stradale soprattutto d'estate.
Il cazzariccio di procurava la breccia frantumando le pietre sui bordi della strada. Ovviamente era una benedizione capitare in un agro con pietre di natura tufacea più facilmente lavorabili. Le pietre venivano raccolte dai "fondi" confinanti con le strade. I contadini proprietari dei fondi chiedevano quasi per favore al cazzariccio di prelevare il pietrame dai proprio fondi. Gli utensili del cazzariccio erano: - mazzuola grande per frantumare le pietre grandi - mazzuola piccola per frantumare la "breccia" ed evenltualmente ridurla quasi in sabbia
- "lu ruetule" zappa a profilo
quadrato serva a stendere e livellare la
Le pietre venivano trasportate con i traini, un traino poteva trasportare 10-15 quintali Le pietre frantumate venivano trasportate mediante la "Cardarina" un secchio in ferro con due manici in grado di accogliere 10-15 chili di pietre. Il comune dava poi incarico ai paretari di risistemare i muretti a secco ai margini delle strade e/o allargarli a seconda delle esigenze. Gustave Courbet: gli spaccapietra (1849)
Per ogni strada il comune incaricava un "presidente" tipo un capocondomino per sorvegliare la situazione della strada e coordinare il lavoro del cantoniere e dei "cazzaricci". Il presidente era un volontario che generalmente risiedeva o aveva un fondo lungo la strada e che godeva della considerazione degli amministratori e dei vicini. Il presidente vegliava sui lavori, quantificava e certificava il lavoro del cazzariccio e del cantoniere. Poteva dunque succedere che presidente e cazzariccio mettendosi d'accordo e certificando il falso dichiarassero di aver bonificato un tratto di strada. La cifra richiesta al sindaco veniva divisa tra cazzariccio e presidente. Si capisce che in un comune vi potevano essere decine e decine di addetti alla viabilità. Il salario era sufficiente alla loro sussistenza ma certamente non si può dire che mancasse lavoro.
Sui bordi delle strade dovevano
transitare le biciclette e dunque il cazzariccio doveva evitare
di fare confluire sul bordo il pietrame più
Il transito delle biciclette era tenuto in grande considerazione, il margine di strada doveva essere liscio e non ci dovevano essere sporgenze dei muretti o rovi pendenti. Erano gli stessi utenti delle strade, ciclisti o trainieri a reclamare al presidente della strada il cattivo stato della strada. Questo universo di cantonieri, cazzaricci presidenti si dissolse molto lentamente a partire dal secondo dopoguerra, con la meccanizzazione dei lavori e con l'asfalto delle strade.
Il primo comune nella Murgia Sud Orientale ad asfaltare le strade è stato quello di Martina Franca, subito dopo la seconda guerra mondiale. La trasformazione delle strade non poteva che partire da Martina, il comune più prospero e più dedito al commercio nella Murgia Sud Orientale. Ai confini delle strade comunali di martina asfaltate le strade rimanevano ancora brecciate. Il tratto Ceglie Martina nella provincia di Brindisi fu finalmente asfaltato dopo ben 20 anni. Lo stesso succedeva con la Martina Ostuni asfaltata solo in agro martinese e solo molto più tardi asfaltata nella sua interezza.
Pur essendo entrambe rocce calcaree, la pietra della Murgia è dura e fragile, molto diversa dal tufo del Salento. La pietra della Murgia è compatta e difficile da lavorare con la sega e gli scalpelli a differenza del tufo. Per ricavare blocchi vagamente squadrati, gli abili paretari devono assestare colpi decisi e precisi per guidare la frattura lungo i piani squadrati. |
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Terrazzamenti, muretti a secco, costruzioni a pignon, strade: tutto era fatto di pietra, 2000 anni fa.
Prima dell'era dell'asfalto le strade della Murgia avevano quest'aspetto, la breccia era frantumata manualmente con appositi attrezzi, mazzuole e livellata sulla strada con "lu ruetele"
foto: La mazzuola consente ad abili artigiani la lavorazione della pietra provocando precise fratture lungo piani di clivaggio
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